Roma, 16 giu. (AdnKronos) – “La corruzione capillare, che si sta infiltrando negli ambienti socialmente più disagiati della città, si somma ad una incompetenza diffusa che rende invivibile la città eterna: traffico ingestibile; manto stradale ad alto rischio per le sue buche; trasporto pubblico inadeguato per un’alternanza di ritardo e sovraffollamento. Il decoro urbano è un’utopia che rende altamente problematica l’immagine della città, nella prospettiva del giubileo”. Lo afferma Paola Binetti, deputata di Area popolare.
“Ma ciò che più sorprende in questa nuova fase di decadenza della città sul piano etico, estetico e funzionale -aggiunge- è la sostanziale incapacità di prendere decisioni concrete per risolverne i problemi. Sembra che si parli solo di un possibile commissariamento in vista del giubileo, delle eventuali dimissioni di Marino e della sua giunta, chieste a gran voce dal Movimento 5 Stelle, che spera di insediarsi quanto prima nell’Aula Giulio Cesare, e perfino dell’autosospensione di Alfio Marchini, che sembra in vista di tempi migliori, tra Campidoglio e Palazzo Chigi”.
“Intanto aumentano degrado ed inefficienza, il cancro della corruzione rivela metastasi in ambienti insospettati, crescono malumore e disaffezione dei cittadini e Roma perde il suo incanto. Non ci si può stupire allora se anche l’intolleranza prenda il posto della consueta bonarietà romana, lo spirito critico diventa cinismo e sfiducia nei confronti del sistema. E ai romani non resta altro che la tecnica del fai da te, come sta accadendo in questi giorni nel nuovo centro di accoglienza sulla via Tiburtina. Potrebbero scoprire che, anche per questo far da sè, Roma è la Città eterna”, conclude Binetti.