Home Nazionale Ambiente: incendi nei boschi ‘risvegliano’ radioattività Chernobyl

Ambiente: incendi nei boschi ‘risvegliano’ radioattività Chernobyl

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Roma, 10 feb. (AdnKronos Salute) – Lo spettro del peggior incidente nucleare del mondo potrebbe riemergere. C’è infatti la possibilità che le nubi radioattive prodotte dallo scoppio della centrale di Chernobyl nel 1986 si diffondano nuovamente in Europa. Il tutto a causa dell’aumento degli incendi, che riaprono un varco alle radiazioni rinchiuse negli strati superiori del terreno nelle fitte foreste dell’Ucraina. I roghi boschivi sono sotto accusa da tempo per questo, ma la situazione è destinata a peggiorare con il cambiamento climatico, l’instabilità politica e l’effetto delle radiazioni sulle foglie morte.
Dopo che il reattore della centrale nucleare di Chernobyl esplose sono stati evacuati terreni per 4.800 chilometri quadrati, le aree più pesantemente contaminate in Ucraina e nella vicina Bielorussia. Questa ‘zona di esclusione’ è diventata un rifugio per la fauna selvatica e base di una fitta foresta boreale. Nikolaos Evangeliou del Norwegian Institute for Air Research e i suoi colleghi hanno analizzato l’impatto degli incendi boschivi nella regione e calcolato le loro frequenza e intensità future.
Per farlo – spiega la rivista ‘Ecological Monographs’ – hanno utilizzato le immagini satellitari di tre incendi reali nel 2002, 2008 e 2010, e le rilevazioni di cesio 137 depositato sulle zone, applicando poi modelli di movimenti dell’aria e del fuoco. Gli studiosi stimano che degli 85 peta becquerel (PBq) di cesio radioattivo rilasciati dall’incidente di Chernobyl, tra 2 e 8 PBq ancora si nascondano nello strato superiore del suolo nella zona di esclusione. In un altro ecosistema questi potrebbero gradualmente scomparire con l’erosione o la rimozione della vegetazione. Ma in queste foreste abbandonate, dice Evangeliou, “gli alberi raccolgono gli ioni radioattivi, e poi le foglie morte li fanno ritornare al suolo”.
La squadra di scienziati calcola che i tre roghi considerati abbiano rilasciato dal 2 all’8% di cesio, circa 0,5 PBq. Questo si è poi diffuso attraverso l’aria in Europa orientale, ed è stato rilevato verso sud, in Turchia, e verso ovest, fino in Italia e Scandinavia. E non è finita qui: la simulazione potrebbe persino “sottovalutare i potenziali rischi”, afferma Ian Fairlie, ex capo del comitato di rischio radioattivo del governo britannico, che ha studiato l’impatto sulla salute di Chernobyl. Questo perché si basa su un’ipotesi di emi-vita del cesio 137, che alcuni ricercatori ritengono sia più lunga”.