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Carla Borghesi, condanna l’episodio di omofobia

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L’ultimo episodio accaduto ad Arezzo è il campanello d’allarme di una società che pare diventata assolutamente insofferente al diverso. Un episodio da condannare senza se e senza ma, perché di fronte alla violenza di genere non dobbiamo arretrare di un passo, ma avanzare decisi cercando di creare un clima sociale e culturale tale da impedire che fatti del genere possano ripetersi.

Per me la violenza di genere, sulle donne come sugli omosessuali, è inaccettabile e intollerabile e mi dispiace che proprio Arezzo sia salita agli “oneri” della cronaca per un bruttissimo caso di omofobia.

Voglio concludere con forti parole di speranza, quelle di Jason Collins, primo atleta professionista statunitense che ha dichiarato pubblicamente la propria omosessualità, questo è un passo della sua lettera: «Nessuno vuole vivere nella paura. Ho sempre avuto paura di dire la cosa sbagliata. Non dormo bene. Non l’ho mai fatto. Ma ogni volta che lo dico a un’altra persona, mi sento più forte e dormo un po’ più profondamente. Ci vuole moltissima energia per custodire un così grande segreto. Ho sopportato anni di miseria e ho passato lunghi periodi a vivere in una bugia. Ero certo che il mio mondo sarebbe caduto a pezzi se qualcuno l’avesse saputo. Eppure quando ho riconosciuto la mia sessualità mi sono sentito “completo” per la prima volta. Avevo ancora lo stesso senso dell’umorismo, le stesse stravaganze: i miei amici sono rimasti dalla mia parte».

Perché nessuno vuole, e deve, vivere nella paura.