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Dichiarazione dell’On. Donella Mattesini

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Dichiarazione dell’On. Donella Mattesini
Donella Mattesini

Celebriamo il primo Maggio, Festa del lavoro, in una condizione di fortissima preoccupazione: il quadro generale dell'andamento della disoccupazione è a livelli allarmanti, come confermato dai dati generali e da quelli relativi soprattutto ai giovani tra i 15 e i 29 anni. Contemporaneamente dobbiamo preoccuparci dei precari, dei cassintegrati, degli esodati, del fenomeno della “sotto occupazione”, cioè di quei giovani che pur lavorando non hanno uno stipendio adeguato che possa consentir loro solide prospettive, le sempre maggiori difficoltà che trovano, anche le donne, ad inserirsi o reinserirsi nel mondo del lavoro, infine l’area dei cosiddetti “Neet”, acronimo di “Not in Employment Education or Training”, fuori dal ciclo educativo e non coinvolti nemmeno in attività di formazione o addestramento. Il nostro territorio non è purtroppo esente da questi fenomeni: la crisi delle aziende coincide con la perdita di migliaia di posti di lavoro, con la difficoltà crescente di tante famiglie alle quali dobbiamo dare risposte precise. D’altronde, l’assenza della certezza lavorativa e di un reddito adeguato, non consentono prospettive di autonomia e realizzazione e così sono fortemente a rischio non solo lo sviluppo economico e la qualità sociale, ma anche la stessa tenuta civile e democratica del nostro paese. Tra i punti cardine del nuovo Governo deve esserci quello di un programma necessariamente ambizioso e innovativo sull'emergenza lavoro, con l’avvio di politiche virtuose in favore dei giovani, delle donne, delle categorie più deboli e svantaggiate, favorendo la costruzione di un nuovo clima di coesione sia politica che sociale, prevedendo, “mission” del Pd fin dall'atto della sua fondazione, la sintesi tra le ragioni delle imprese e dei lavoratori, in una nuova e forte cooperazione che si impone tra le forze sociali e tra le forze politiche; occorre aprire nuove prospettive di occupazione in tutto il nostro Paese, riuscendo a rimuovere le cause strutturali di ritardo della nostra economia, individuare anche nuove forme di occupazione nell’ambito della tecnologia, della “green economy”, della cultura e dei beni artistici, con il territorio aretino e toscano che possono vantare primati a livello mondiale, ridare slancio alle nostre attività produttive, favorendo gli investimenti per una crescita stabile, etica, responsabile e sostenibile.