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Macrì: ‘Parcheggi: ecco i balzelli per i cittadini’

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Macrì: ‘Parcheggi: ecco i balzelli per i cittadini’

Arezzo – Viale Mecenate: presto scomparirà una delle aree di sosta più utilizzate dai pendolari e dai cittadini di Arezzo che potevano sistemare l’automobile a pochi minuti dal centro o dal luogo di lavoro. Salta subito agli occhi la scritta sui cartelloni che cingono il cantiere del futuro multipiano: “330 posti, con un guadagno di 260 posti sul precedente”. Ora mi chiedo come sia possibile spacciare tali dati. In certi giorni l’attuale area di sosta ospitava quasi 400 auto, e non certo una sopra l’altra. Gli spazi di manovra non erano quelli di un eliporto, ma si poteva transitare e scambiare agevolmente i veicoli, con le cautele del caso. Certamente rilassati visto che per la sosta non si era dovuto sborsare un euro. Come invece saremo costretti a fare con la mega-opera fanfaniana.
La seconda peraltro nei disegni di questa amministrazione visto che struttura similare andrà a sostituire l’altra area esistente di sosta gratuita: quella dell’ospedale. E anche qui, l’ennesimo “agguato” è alle porte. Dice: “un euro al giorno cosa vuoi che sia!”. Peccato che può colpire persone costrette a recarsi all’ospedale magari per una o due settimane di fila, visto che la degenza per un familiare può purtroppo procrastinarsi.
Insomma, l’amministrazione Fanfani pensa bene di andare a creare un ulteriore obolo per categorie quali pendolari e frequentatori di una struttura non propriamente di piacere. Ma non temete, un abbonamento mensile potrà essere sempre rimediato! Peccato che anche questo peserà sugli stipendi. Quindi se facciamo i conti veri, scopriamo che con una spesa di qualche milione di euro, abbiamo perso un parcheggio libero, anzi due, ridotto lo spazio per la sosta, alzato due bei multi-piano di cemento armato e gravato di costi ulteriori i cittadini.
Il tutto sulla base di quale filosofia di fondo? Liberare il centro dalle auto. Perché specialmente il parcheggio di viale Mecenate è fuori città? Fanfani dunque sta regalando due strutture che verrebbe da dire: “almeno fossero le famigerate cattedrali nel deserto!”. Darebbero meno noia. Invece non sono nel deserto ma a ridosso del centro e nel cuore di un quartiere, Pescaiola, il cui volume di traffico è noto e sotto gli occhi di tutti. E si vorrebbe così liberare dal traffico automobilistico, con il corollario dell’inquinamento acustico e atmosferico, il cuore della città e le sue zone più nevralgiche? È così che evitiamo intasamenti, costringendo gli aretini a circolare verso ben individuate strutture, raggiungibili da poche strade, di sicuro costretti a subire l’invadente presenza di vigili urbani pronti a sanzionare ogni infrazione? Ci manca pure che continuiamo a essere additati come gli inquinatori del centro storico attorno al quale questa amministrazione continua a farci gravitare. Centro dal quale sono oramai totalmente scomparse le aree gratuite di sosta: l’annuncio dell’assessore Banchetti di sosta a pagamento presto introdotta nell’ultima porzione libera attorno al tribunale, il parcheggio delle scale mobili che ha le ore contate… residue strisce bianche sopravvivono, forse, a Pratacci.
Riflettiamo infine come centro-destra sulla gestione stessa dei parcheggi, oggi delegata al “carrozzone Atam”. La vicenda dell’azienda in questi anni è stata nota: spogliata del settore trasporti è stata mantenuta come gestore delle aree di sosta. E per ingrassarla di contenuti, ed entrate, se ne creano di ulteriori. Ha senso mantenere in vita un’azienda per gestire solo questo ambito? O non è meglio pensare a un rientro in house di questo compito ri-assunto direttamente dal Comune? Una scelta strategica su cui ragionare già prima di tornare a essere gli amministratori cittadini, a dispetto delle “magnifiche sorti e progressive” raccontate dai sondaggi.