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Commercio: Anva, fatturato ambulanti abusivi a 1,8 mld, evasione sfiora 1 mld

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Roma, 27 mag. (AdnKronos) – Centocinquemila operatori, un fatturato da oltre 1,8 miliardi di euro e un’evasione fiscale che sfiora il miliardo di euro. Sono i dati che più fotografano le dimensioni dell’abusivismo del commercio ambulante. A indicarli è lo studio di Anva-Confesercenti, presentato oggi, che segnala come questo settore sia tra i più colpiti dalla piaga delle attività illegali. “Sono molti i segnali che inducono a non sottovalutare il fenomeno”, avverte l’associazione di categoria.
Il fatturato delle attività abusive nel commercio ambulante è stimabile, riferisce l’Anva, oggi in 1,85 miliardi di euro, pari al 16,7% del fatturato complessivo, con danni anche dal punto di vista del fisco, visto il corrispondente mancato gettito fiscale e contributivo valutabile in 967 milioni di euro. Incrociando banche dati di diverso tipo (regolarità dei versamenti alle Cciaa, adesione a studi di settore, etc) si arriva a stimare una consistenza di oltre 105 mila operatori irregolari nel commercio ambulante, con una suddivisione tra italiani e stranieri corrispondente al 25% per i primi e al 75% per i secondi. Si tratta di operatori caratterizzati da evasione fiscale e contributiva, quest’ultima stimabile in base a dati Inps per gli stranieri pari a una quota dell’83,2%.
Sempre sulla base di indagini Anva-Confesercenti la quota di operatori fuori legge che operano in prossimità dei mercati per intercettare flussi di clientela attratti dalle aree mercatali è molto elevata, e stimabile in 15 operatori abusivi ogni 100 regolari (in Campania il dato arriva al 37%). Gli irregolari sono peraltro tollerati dai consumatori, i quali credono erroneamente di fare affari comprando merce contraffatta o di dubbia provenienza. Il sospetto, denuncia Anva, è che nel commercio ambulante, per il quale i controlli pubblici appaiono piuttosto scarsi, esista una rete di soggetti prestanome di origine straniera (facilitati nell’ottenimenti di permessi di soggiorno dalla semplice iscrizione in Camera di commercio) “controllata” dalla criminalità organizzata.