Home Nazionale Università: poche esperienze all’estero e oltre 26 anni, l’identikit del laureato a Palermo

Università: poche esperienze all’estero e oltre 26 anni, l’identikit del laureato a Palermo

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Palermo, 16 mag. (AdnKronos) – Siciliano, con più di 26 anni d’età e con poche esperienze di studio all’estero. Eccolo l’identikit del laureato dell’Università di Palermo in base al XIX Rapporto stilato dal consorzio interuniversitario AlmaLaurea e presentato oggi all’Università di Parma. I laureati dell’Ateneo di Palermo coinvolti nel Rapporto sono 7.605: 3.952 di primo livello, 2.012 magistrali biennali e 1.470 a ciclo unico. I restanti sono laureati pre-riforma o del corso non riformato in Scienze della Formazione primaria. Il primo dato che emerge dal report è che solo l’1 per cento dei laureati proviene da fuori regione (senza differenze particolari tra i triennali e i magistrali biennali). La quota di laureati di cittadinanza estera è ancora più bassa, complessivamente pari allo 0,6 per cento (lo 0,2 per cento tra i triennali e l’1,6 per cento tra i magistrali biennali).
L’età media alla laurea è 26,7 anni. Un dato su cui incide il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati, infatti, si immatricolano subito dopo aver ottenuto il titolo di scuola secondaria superiore. Il 41 per cento dei laureati termina l’università in corso: in particolare sono il 33 per cento tra i triennali e il 63 per cento tra i magistrali biennali. Il voto medio di laurea è 105,3 su 110: 101,9 per i laureati di primo livello e 110,3 per i magistrali biennali. Per quanto riguarda le esperienza lavorative o di studio all’estero il rapporto rivela che il 60 per cento dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi (sono il 69 per cento tra i laureati di primo livello e il 51 per cento tra i magistrali biennali). Ha compiuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo), invece, solo l’11 per cento dei laureati (il 6 per cento per i triennali e il 10 per cento) per magistrali biennali. Mentre il 47 per cento dei laureati ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari (47 per cento tra i laureati di primo livello e 52 per cento tra i magistrali biennali).