Home Nazionale Made in Italy: Acqua dell’Elba sbarca negli Emirati e pensa alla Borsa/Adnkronos

Made in Italy: Acqua dell’Elba sbarca negli Emirati e pensa alla Borsa/Adnkronos

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Milano, 31 ott. (AdnKronos) – “E’ una cosa da pazzi, non arriverete mai su uno scaffale”, aveva detto nel 2001 un responsabile marketing della catena Limoni, liquidando in dieci minuti i tre soci fondatori dell’Acqua dell’Elba. Una profezia che non si è avverata. O, per lo meno, non del tutto. Fabio Murzi, l’architetto del paesino dell’Elba Marciana Marina che ebbe l’intuizione di creare un profumo ispirato alla sua terra, si è reso conto che dello scaffale della grande distribuzione si poteva anche fare a meno. Dopo diciassette anni, la startup ante litteram fondata nel 2000 è una delle realtà imprenditoriali più vivaci della profumeria Made in Italy ed è pronta a sbarcare negli Emirati Arabi, a Kuwait City, dopo i primi contratti distributivi negli Stati Uniti, in Russia e in Corea.
L’espansione è stata mite e misurata: è partita dai negozi sull’isola, che oggi sono diciannove. Sul continente, ha iniziato con i monomarca in Toscana, per poi arrivare a Venezia, Roma, Como e Palermo. Per il resto, l’Acqua dell’Elba ha 580 fedeli clienti profumieri sparsi in tutta la penisola e, in Europa, vende con il negozio online. “Abbiamo scelto di non andare nelle grandi catene perché vogliamo mantenere l’aura di particolarità del prodotto: non siamo grandissimi e – spiega il presidente Murzi all’Adnkronos – non ci conviene massificare. Poi, dobbiamo una certa gratitudine alle profumerie che per prime hanno creduto in noi”.
Con oltre 9,1 milioni di giro d’affari nel 2016 (“quest’anno faremo tra il 5 e il 10 per cento in più”), la società nata come laboratorio artigianale potrebbe presto portare l’Elba a Piazza Affari. “I capitali ci servirebbero se cambiassimo strategia in Europa e aprissimo lì nuovi monomarca. Quello che ci serve ora – sottolinea Murzi – sono le competenze, sia di struttura che di managerialità. Per questo, stiamo valutando, magari tra due anni, una volta che l’internazionalizzazione sarà a buon punto, un discorso di quotazione in Borsa, magari sull’Aim”.