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G7: gli sherpa dietro al negoziato per il summit, chi sono

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Taormina, 25 mag. (AdnKronos) – Quando i leader del G7 si siederanno domani e sabato al tavolo del negoziato a Taormina, buona parte della dichiarazione finale del vertice sarà già stata messa a punto dagli ‘sherpa’, che solitamente lasciano ai capi di Stato e di governo i punti più controversi sui quali non è stata raggiunta un’intesa. Gli sherpa sono i rappresentanti personali dei leader che preparano il summit durante mesi di riunioni e di trattative.
La dizione sherpa – che venne usata per la prima volta nel 1977 dall’Economist – deriva dal nome delle guide e dei portatori di alta quota nepalesi ingaggiati per le spedizioni himalayane. E proprio come le famose guide che accompagnano gli scalatori in cima all’Everest, il loro compito è strategico e senza di loro sarebbe molto difficile arrivare al ‘vertice’.
Lo sherpa italiano è Raffaele Trombetta: classe 1960, origini napoletane, da più di trent’anni in diplomazia, dopo la laurea in Scienze Politiche presso l’Università di Napoli e un Master in Studi Europei alla London School of Economics, ha ricoperto incarichi a Bogotà, Londra, Bruxelles e Pechino. Già vice direttore generale per l’Unione Europea e direttore centrale per l’Integrazione europea, nel gennaio del 2013 viene nominato ambasciatore d’Italia in Brasile. Nel 2016 rientra a Roma come capo di gabinetto dell’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e nel gennaio del 2017 assume l’incarico di rappresentante personale e sherpa del presidente del Consiglio per il G7 e per il G20.