Roma, 19 gen. (AdnKronos) – Non c’è stato un muro contro muro. Anzi, i senatori cattolici sondati a tu per tu nei corridoi di palazzo Madama, fanno scommettere i vertici Pd su un contenimento dell’area del dissenso. Insomma, si confida che la fronda sulle unioni civili alla fine possa assottigliarsi. Le proposte di modifica messe sul tavolo hanno trovato interesse almeno in parte dell’area cattolica.
“Molti sono possibilisti”, si riferisce al termine della riunione del gruppo stamattina al Senato. Una “discussione generale” sul ddl Cirinnà, per dirla con uno dei partecipanti. Ha introdotto Luigi Zanda, sono intervenuti una ventina di senatori. Nessun voto. Si voterà martedì prossimo, al termine di un’altra assemblea del gruppo, alla vigilia dell’avvio dell’esame in aula del ddl.
Di qui a quel momento i pontieri del Pd, in testa Walter Verini (membro della bicameralina), stringeranno sulle modifiche per compattare il più possibile i dem. La mediazione marcia su due gambe: le modifiche sull’equiparazione tra unioni civili e matrimoni a rischio di incostituzionalità, come rilevato dal Quirinale, e i ‘paletti’ alle stepchild, come l’ipotesi del periodo di ‘verifica’ di due anni prima dell’adozione e la sottolineatura del divieto della maternità surrogata.