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Salute: appello Sin, arricchire cibi con acido folico

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Roma, 18 ott. (AdnKronos Salute) – L’assunzione di acido folico è fondamentale nella prevenzione delle malformazioni neonatali, particolarmente di quelle a carico del tubo neurale (Ntd), tra cui la spina bifida. Lo ricorda la Società italiana di neonatologia (Sin), durante il XXII Congresso nazionale tenutosi a Napoli, dal 12 al 15 ottobre, lanciando un grido d’allarme sulla necessità di incentivarne l’assunzione, in particolare alle aziende alimentari italiane per la fortificazione di alcuni prodotti con acido folico. Ancora oggi, solo il 30% delle donne attua la profilassi volontaria con acido folico raccomandata nel periodo periconcezionale in ambito europeo, che non si è dimostrata sufficiente a ridurre l’incidenza di queste patologie.
Le cause dei difetti del tubo neurale non sono ancora certe, ma una cosa è sicura: l’assunzione di acido folico previene il 50‐70 % dei casi di spina bifida, si legge in una nota della società scientifica. Ogni anno, solo in Europa circa 5.000 feti sono affetti da spina bifida e, secondo stime dell’Istituto superiore di sanità, almeno 200 in Italia.
Il fabbisogno giornaliero di acido folico si aggira tra i 50 e i 200 microgrammi in base all’età, ma aumenta in gravidanza a valori compresi tra 400 e 800 mcg/die. Questa sostanza è essenziale per il funzionamento del sistema nervoso e per il midollo osseo. È fondamentale che l’embrione abbia a disposizione un adeguato apporto fin dai primi giorni di gravidanza, periodo in cui inizia la formazione degli organi, annotano gli esperti.
Basti pensare che nel 1998 negli Usa si è imposta per legge alle industrie alimentari una fortificazione con acido folico di alcuni alimenti molto diffusi nella dieta americana, in particolare quelli a base di cereali. Ebbene, secondo un recente report dei Cdc americani, dopo 16 anni i tassi di Ntd si sono ridotti del 35%, con circa 1.300 casi all’anno in meno, senza particolari effetti indesiderati riferibili a questa strategia profilattica. Sulla scia della positiva esperienza americana, la Sin ha sensibilizzato il ministero della Sanità sulla problematica, auspicando un’azione di profilassi con acido folico attraverso la fortificazione obbligatoria di alcuni alimenti selezionati (per esempio le farine). Per favorirne il consumo, secondo la Società, le aziende alimentari italiane potrebbero, anche autonomamente, prevedere i prodotti da fortificare, contribuendo così alle campagne di informazione.
Le donne che non programmano una gravidanza o semplicemente sono in fase riproduttiva e non applicano misure anticoncezionali, dovrebbero assumere acido folico quotidianamente, sin dall’adolescenza, raccomandano gli esperti. E’ noto che tutte le donne in età fertile dovrebbero seguire una dieta sana e bilanciata, ricca di alimenti contenenti folati come gli agrumi, le banane, il latte, le fragole, la frutta secca, il fegato, il lievito di birra, i legumi, le barbabietole, i cavoli, gli asparagi, gli spinaci e i cereali integrali, tenendo presente che se questi alimenti non vengono conservati o cotti in modo adeguato il contenuto di acido folico può ridursi, spiegano gli esperti.
Uno studio europeo ha recentemente considerato oltre 11.000 casi di Ntd, raccolti da 28 registri nazionali (Italia compresa), su oltre 12,5 milioni di nati tra il 1991 e il 2011, evidenziando una prevalenza globale pari a 9,1 per 10.000 nati, dato particolarmente scoraggiante e sostanzialmente invariato tra il 1991 e il 2011, a dispetto di ogni strategia di profilassi volontaria finora utilizzata. Ciò a riprova – sottolieano gli specialisti – che la sola raccomandazione della profilassi farmacologica volontaria nel periodo periconcezionale non è sufficiente a ridurre l’incidenza di queste patologie. L’unica evidenza scientifica, confermata anche recentemente da una revisione Cochrane, è che l’assunzione periconcezionale di acido folico comporta una marcata riduzione del rischio di malformazioni neonatali.