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Agrigento: operazione ‘Criminal Drinks’, altri quattro arresti

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Palermo, 19 nov. (AdnKronos) – La Polizia Giudiziaria di Agrigento ha eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip presso il Tribunale di Agrigento Stefano Zammuto, su richiesta del sostituto procuratore Andrea Maggioni. Si è così conclusa la seconda fase dell’indagine ‘Criminal Drinks’, che ha portato, già nel luglio del 2016, all’esecuzione di 16 fermi in tutta Italia e che, attualmente, vede oltre 47 indagati. L’indagine riguarda un’associazione per delinquere a carattere transnazionale dedita ai falsi ed alle frodi fiscali. Quest’organizzazione – costituita da diversi sottogruppi – dapprima istituisce e poi gestisce fittizi depositi fiscali di prodotti alcolici, per mezzo dei quali viene simulata la movimentazione di ingenti quantitativi di birra e spiriti verso tali depositi che, in realtà, mai materialmente giungono.
“La strategia criminale ha consentito – e tuttora consente – ad una pluralità di soggetti esteri, “clienti” dell’organizzazione criminale, di beneficiare, economicamente e finanziariamente, dell’apparente trasferimento delle merci in Italia (presso i vari depositi fiscali fittizi) – spiegano gli inquirenti – Partendo da un primo deposito a Favara nel settembre 2014, le indagini in progress hanno svelato l’esistenza di almeno altri 8 depositi fiscali fittizi in tutta Italia. Gli interessi economici ruotanti intorno alla vicenda illecita ammontano – ad oggi – ad una cifra che, con stima prudenziale, si avvicina ai 100 milioni di euro”. Specificamente è stata data esecuzione, a Cassino e Bari, a due ordinanze cautelari disposte dal gip di Agrigento, arresti domiciliari per Pierino Del Maestro, operatore informatico presso i depositi fiscali di Tortona (Alessandria), Genova, Portalbera) e Torino; custodia cautelare in carcere per Pierpaolo Palmisano, ritenuto organizzatore e capo del sodalizio criminale”.
“Particolarmente significativa l’esecuzione della misura cautelare della custodia in carcere disposta sempre dal Gip di Agrigento nei confronti di Nicola Zocchi – dicono gli investigatori – e S.M., avvenuta appena i due, anch’essi considerati organizzatori/capi” del sodalizio criminale, sono giunti sul territorio italiano, all’uscita dal traforo del Monte Bianco”. Le indagini sono svolte congiuntamente dalla Compagnia della Gdf di Agrigento e dall’Ufficio delle Dogane di Porto Empedocle, che si sono avvalse, per l’esecuzione delle ordinanze cautelari, dell’importante contributo dei diversi uffici/reparti omologhi del territorio nazionale. Le indagini – dirette dal Procuratore della Repubblica di Agrigento Luigi Patronaggio, dal Procuratore della Repubblica Aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto procuratore Andrea Maggioni – proseguono essendo in corso ulteriori accertamenti per individuare eventuali altre responsabilità.