Venezia, 3 giu. (AdnKronos) – “Sarebbe molto facile scaricare tutta la colpa su Alessandra Moretti, basta però andare a guardare i voti raccolti dalle liste civiche rispetto al Partito Democratico per capire che le cose stanno diversamente, un partito che aveva raccolto il 37,52% alle elezioni europee si vede oggi molto ridimensionato”. Lo sottolinea Matteo Montagner, vice segretario dei Giovani democratici del Veneto.
“È ormai evidente lo scollamento tra l’azione riformatrice del Pd a livello nazionale e l’azione della dirigenza locale nei territori: la prima si declina all’insegna dell’innovazione la seconda solo come una spinta restauratrice. Il Pd a livello nazionale sta ingaggiando un vero corpo a corpo con nodi che non vengono sciolti da 20 anni, mentre il Pd nella sua dirigenza locale sembra invece troppo impegnato a portare avanti uno scontro basato sul mantenimento dell’esistente – polemizza – Ci sarebbe da chiedersi se siamo ancora una comunità, e, se siamo arrivati a questo punto, se lo siamo mai stati. Una comunità discute, si confronta, ma a un certo punto decide e quelle stesse decisioni diventano parte di un progetto comune, se non riusciamo a dialogare nemmeno tra di noi come pretendiamo di coinvolgere i cittadini nei nostri progetti?”.
“Ma la cosa davvero importante è chiedersi come siamo finiti con l’essere noi quelli che stanno alla finestra a guardare, quelli rassegnati e spesso livorosi. Quando siamo diventati quelli che preferiscono puntare il dito dopo essere stati tutto il tempo con il freno a mano tirato al posto di essere quelli che si rimboccano le mani per fare le cose?”, accusa Montagner.