Home Nazionale Spieth il ‘cannibale’, dopo l’Augusta Masters trionfa anche allo Us Open

Spieth il ‘cannibale’, dopo l’Augusta Masters trionfa anche allo Us Open

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Washington, 22 giu. (AdnKronos/Dpa) – Jordan Spieth si è aggiudicato la 115esima edizione dello Us Open che si sono svolti sul green del Chambers Bay. Dopo la vittoria nel Masters il 22enne texano non si ferma più e conquista il suo secondo Major consecutivo in un ultimo round al cardiopalma. Spieth, come già accaduto ad Augusta, non si accontenta di vincere, ma stabilisce nuovamente una serie di record: il più giovane a vincere l’Open dal 1923, il più giovane a vincere due Slam dal 1922 e il più giovane in assoluto a vincere Masters e Us Open. E un clamoroso Grande Slam, seppur di immane difficoltà, si profila all’orizzonte.
Spieth ha prevalso per un colpo su Dustin Johnson e sul sudafricano Louis Oosthuizen (276, -4), altri due protagonisti della gara e in corsa per il titolo fino all’ultimo putt. Al quarto posto con 277 (-3) il sudafricano Branden Grace e gli australiani Cameron Smith e Adam Scott, rinvenuto dal 19esimo con un 64 (-6 con sei birdie) miglior score in assoluto del torneo e quasi un miracolo su un campo assolutamente ostico. Al settimo con 278 (-2) il sudafricano Charl Schwartzel, all’ottavo con 279 (-1) Brandt Snedeker e al nono con 280 (par) l’australiano Jason Day, l’irlandese Shane Lowry e Rory McIlroy.
Il nordirlandese, numero uno mondiale e grande favorito insieme a Spieth, ha fatto fuochi d’artificio nel giro finale e a un certo punto è stato ad un passo dai primi, prima che due bogey, a quel punto inattesi, ne frenassero lo slancio in un risveglio tuttavia tardivo. Ha provato a rendersi protagonista Patrick Reed, 14esimo con 282 (+2), ma dopo la leadership nel secondo giro, è rientrato nei ranghi e si sono barcamenati tra alti e bassi altri concorrenti dai quali si attendeva un rendimento migliore. Lo spagnolo Sergio Garcia e il giapponese Hideki Matsuyama sono terminati 18esimi con 283 (+3), l’inglese Justin Rose e lo svedese Henrik Stenson hanno affiancato Molinari, e hanno arrancato in retrovia Jim Furyk, 42esimo con 287 (+7), il sudafricano Ernie Els e l’inglese Ian Poulter, 54esimi con 291 (+11), l’inglese Luke Donald, 58esimo con 292 (+12), Phil Mickelson, 64esimo con 293 (+13) e Zach Johnson, 72esimo con 295 (+15).
A metà gara sono usciti al taglio, caduto a 145 (+5), tedesco Martin Kaymer, campione in carica, 76esimo con 146 (+6), Bubba Watson, 85esimo con 147 (+7), il nordirlandese Graeme McDowell, il thailandese Thongchai Jaidee e l’iberico Miguel Angel Jimenez, 97esimi con 148 (+8), Rickie Fowler, 143esimo con 154 (+14) e Tiger Woods, 150esimo con 156 (80 76, +16), che ha stabilito un altro record personale negativo: non aveva mai segnato uno score così alto dopo 36 buche.
Spieth è il sesto giocatore ad aver vinto nella stessa stagione Masters e US Open, impresa riuscita in passato a Craig Wood (1941), Ben Hogan (1951 e 1953), Arnold Palmer (1960), Jack Nicklaus (1972) e a Tiger Woods (2002) e il 16esimo ad aver comunque fatto l’accoppiata. Il giro finale è iniziato con un bogey per il vincitore, in vetta alla pari con Johnson, Day e Grace, che ha dato segni di risveglio solo a partire dall’ottava buca con un birdie. Nel frattempo è sembrato fuori gioco Oosthuizen, con tre bogey di fila, mentre è apparso piuttosto sicuro il cammino di Johnson con due birdie prima del giro di boa. Nel rientro lo stesso Johnson ha rimescolato le carte con tre bogey in quattro buche, mentre Oosthuizen ha iniziato la sua progressione dalla buca 12 con cinque birdie consecutivi.
Intanto alla 13esima, con un ‘meno 2’ e sei birdie nello score è apparso nei piani alti del leaderboard McIlroy, che dopo aver sprecato parecchio nei primi due giri, ha tentato l’impossibile. Spieth ha raccolto altri due birdie e alla 16esima è sembrato aver chiuso il conto con un ‘meno 6’ e tre colpi di vantaggio su Oosthuizen e Johnson, mentre il pericolo McIlroy si era dissolto sotto il peso di due bogey. Il texano, però, ha sbagliato tutto alla buca 17 e con un doppio ha rimesso in gioco il trofeo. Johnson è stato pronto ad agganciarlo con un birdie, mentre è rimasto dietro Oosthuizen. Poteva essere il tracollo per Spieth che, però, da campione vero si è subito lasciato alle spalle la disavventura e ha attaccato. Ed è stato birdie vincente, perché Johnson non è riuscito ad approfittare del par cinque e a Oosthuizen il birdie è servito solo per recuperare la seconda posizione.