Roma, 26 mar. (AdnKronos) – “Qualora il nostro pool di avvocati, che abbiamo costituito nei giorni scorsi a tutela dell’immagine degli appartenenti al corpo della polizia municipale, valutassero che in queste parole ci sia diffamazione da parte del giornalista, siamo pronti ad adire alle vie legali nelle sedi competenti”. Lo ha detto Stefano Giannini, segretario di Roma del Sulpl, sindacato dei vigili capitolini, commentando l’editoriale pubblicato oggi sulla prima pagina del Corriere della Sera.
Nell’articolo si riporta il caso di due vigili in servizio in una “strada commerciale”. “Furgoni e automobili stazionano regolarmente in sosta vietata, in doppia fila, ma per tutto questo i due non hanno occhi, perlopiù non se ne curano – scrive Ernesto Galli Della Loggia -. Loro entrano nei bar o nei negozi, ai cui affari certo non nuoce che si possa arrivare in macchina fino al loro uscio; parlottano amichevolmente, celiano, scambiano battute con i proprietari, escono. Talvolta con qualcosa sotto il braccio”.
“Se è vero quanto scrive il giornalista – afferma il sindacalista della polizia municipale di Roma – il comportamento più opportuno da parte sua sarebbe stato di andare in Procura a denunciare l’accaduto, ma se non l’ha fatto questo ci fa presupporre che si sia limitato a inventare un fatto mai accaduto”. Sui fenomeni di corruzione all’interno dei vigili “siamo rigorosi – conclude Giannini – Chi sbaglia deve pagare ed essere preso a calci, perché come i giornalisti non ci devono diffamare anche gli agenti della polizia municipale non devono mai infangare la divisa che indossano”.