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Calderone: tutti da verificare benefici liberalizzazioni servizi professionali

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Roma, 12 mar. (Labitalia) – “Sempre più spesso, si leggono e si ascoltano commenti in materia di liberalizzazioni dei servizi professionali, che negli ultimi anni ha appassionato molto di più il dibattito politico-mediatico che non gli stessi cittadini. A dire il vero, sono ancora tutti da verificare quali siano stati i benefici acquisiti grazie agli interventi del passato; mentre di certo si continua a spingere su questo tema senza mai riflettere anche solo una volta sola sulla qualità della prestazione di cui hanno diritto i cittadini”. Ad affermarlo Marina Calderone, presidente del Cup (Comitato unitario delle professioni) e del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro.
“La recessione economica, che le famiglie italiane, comprese quelle dei professionisti, speriamo si stiano lasciando alle spalle, è sufficiente a dimostrare che il lavoro intellettuale, semmai, aveva bisogno di una valorizzazione e non di una penalizzazione per aiutare il Paese ad uscire dalla crisi”, avverte.
“Dunque, ritornano ancora una volta frasi-slogan – rimarca – con le quali si sottolineano presunti tornaconti personali e assenza di spirito solidaristico nelle attività dei professionisti ordinistici”.
“È evidente che non si vuole prendere atto – sottolinea Marina Calderone – dell’indispensabile ruolo rivestito dagli iscritti agli Ordini nell’intermediazione tra i diritti/doveri degli stessi cittadini e l’applicazione delle leggi vigenti, ruolo che di fatto permette giornalmente alla pubblica amministrazione di poter funzionare grazie all’apporto professionale fatto di atti concreti”.
“È un’attività capillare – spiega – svolta momento per momento in favore della collettività. Un’attività talmente intensa e intersecata nel tessuto socioeconomico del Paese dall’essere diventata un tutt’uno”.
“Basta osservare un qualsiasi segmento – aggiunge la presidente del Cup – e si noterà l’indispensabile attività di una categoria di professionisti. Salute, ambiente, giustizia, lavoro, economia: non c’è ambito in cui non vi sia l’intermediazione di una professione ordinistica”.
“Un esempio concreto arriva dall’operazione nata attorno al bando del ministero dello Sviluppo economico, che mette a disposizione – ricorda – circa 40 milioni di euro per il microcredito (decreto 176/2014) a favore di soggetti che non hanno tutte le garanzie per ottenere un prestito bancario. Si tratta di ditte individuali, società di persone, Srl semplificate, associazioni, cooperative per l’avvio o l’esercizio di attività di lavoro autonomo o di microimpresa ecc.”.
“Grazie all’intervento dello Stato, questi soggetti, senza nessuna garanzia reale, potranno chiedere prestiti fino a un massimo di 35 mila euro – continua Calderone – e restituirli in 7-10 anni. I consulenti del lavoro, da sempre al fianco di imprenditori e autonomi, saranno parte attiva per facilitare la diffusione e l’utilizzo di questo nuovo strumento per le pmi: i cittadini italiani, infatti, potranno trovare presso gli studi dei consulenti del lavoro le istruzioni operative e un aiuto concreto”.
“E’ solo un esempio, poiché tutte le professioni sono ugualmente impegnate su questo versante di apertura alla collettività, ma credo sufficiente a far capire che i fatti sono sempre più efficaci delle parole”, conclude la presidente del Cup.