Home Nazionale Bastioli: “Quattro progetti per trasformare il ‘limite’ in sviluppo”

Bastioli: “Quattro progetti per trasformare il ‘limite’ in sviluppo”

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Roma, 11 set. (AdnKronos) – “Quattro progetti che potrebbero essere punti forti di sviluppo”. Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont
, suggerisce “quattro iniziative da portare avanti: bioeconomia come rigenerazione territoriale, declinata a livello di regioni sostenibili; bioraffinerie integrate con le filiere lunghe che arrivano alla parte agricola; zero rifiuto organico in discarica, perché l’Italia diventi un esempio a livello europeo; creazione di nuovo lavoro educando noi stessi, cercando di creare opportunità per giovani e non, creando in tempi rapidi una rete di green jobs”.
Bastioli declina la sua proposta in occasione del convegno Novamont, oggi a Cascina Cuccagna di Milano, ‘Il Potere del Limite: la sfida ambientale come motore di innovazione sociale’. Sul tema della sostenibilità, intesa come opportunità, si confrontano istituzioni, rappresentanti del mondo industriale e associativo.
“In questo momento il mondo si sta evolvendo, sta discutendo delle problematiche ambientali. C’è la consapevolezza che le risorse naturali sono essenziali per l’umanità e che ci sia una capacità dell’uomo di intaccarle in maniera drammatica”, dice Bastioli. Tutti comprendono la necessità di “vivere bene nel limite delle risorse” ma “il problema è capire come fare”. “Noi come Novamont siamo pronti ad accogliere tutte le sfide ma abbiamo bisogno di partnership e di sviluppare un progetto comune sulla bioeconomia”, dice l’ad. Obiettivo: “Superare il limite di se stessi per stare nel limite delle risorse”.
Nel suo intervento, il presidente di Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti ricorda che “una Fondazione non risolve nessun problema nonostante metta a disposizione tanti soldi”, piuttosto “deve aver la funzione di sperimentare”. Questo per poter dire che “una questione che non viene risolta può essere affrontata in modo diverso rispetto a quanto fatto finora”.
A questo proposito Guzzetti cita l’esperienza dell’housing sociale avviata anni fa: “La sperimentazione ha avuto un risultato positivo con centinaia di alloggi a Milano. Oggi è un progetto nazionale”. “Stiamo sperimentando se alla parola Stato si può sostituire la parola comunità”, sottolinea.
Dal ‘lato’ dei territori, il presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, osserva che “questo è il tempo di raccogliere la sfida dell’economia circolare che taglia orizzontalmente molti settori”. Raccontando le diverse strade che il territorio può percorrere in questa direzione, Marini sottolinea: “La mia Regione coglie la sfida ed anche l’opportunità del cluster della chimica verde nazionale”.
“Il limite è sviluppo”, rimarca da parte sua il presidente della Sardegna Francesco Pigliaru. “Non sviluppo rapidissimo ma è sviluppo di lungo periodo e nel senso vero”, sottolinea ricordando quanto questo concetto per la sua Regione sia strettamente legato al tema del turismo.
Sul fronte degli agricoltori, il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo racconta la sfida della “tempesta globale” affrontata 15 anni fa dal settore, andando “controcorrente, puntando tutto sulla capacità di innovare”. “Abbiamo iniziato un percorso rafforzato anche dalle nostre imprese che ci hanno creduto, ricostruendo il modo intendere i nostri prodotti e servizi intorno ad alcune parole chiave: distintività, sicurezza alimentare, innovazione…”. Così “la parola limite da vincolo sta diventando un’opportunità. E oggi abbiamo il primato europeo del numero di imprese agricole biologiche rispetto al totale, la capacità di fare rete per gestire i paesaggi in modo pulito ed efficiente. Abbiamo giocato la chiave dei vincoli ambientali per fare sicurezza alimentare”.
“Il compito dell’impresa è stato nella storia di trasformare i limiti in opportunità – osserva da parte sua Andrea Bianchi, direttore Politiche industriali Confindustria – Oggi dobbiamo confrontarci con i nuovi limiti: dell’ambiente e della sostenibilità”. Secondo il rappresentante degli industriali, “abbiamo bisogno di una visione comune che parta dalle eccellenze industriali, produttive e agricole e che le trasformi in elemento di competitività: credo che il Green Act sia l’opportunità per stabilire una road map” e per “costruire una visione comune che guardi alla sfida che l’Ue ci pone per il futuro”, in tema di cambiamenti climatici ed economia circolare.
In chiusura l’intervento del vicepresidente della Regione Lombardia Mario Mantovani che chiede al Governo “maggiore autonomia anche sulle tematiche ambientali per una ‘sfida’ tra le Regioni e per un conferimento di responsabilità”.