Rho (Mi), 3 ott. (AdnKronos) – “L’Africa non è un continente malato affatto: è giovane, in salute e cresce; ma ha bisogno di fidarsi di chi va a lavorare in Africa”. L’ad di Eni, Claudio Descalzi, in occasione di un incontro a Expo dedicato all’Africa, racconta un continente che conosce a fondo: “Negli ultimi 400 anni ha dato, ma non ha ricevuto. È un continente giovane che è stato sfruttato”, sottolinea l’ad.
Eni negli ultimi anni è diventata la prima società “per riserve e posizionamento in Africa”, sebbene il suo arrivo risali a soli 60 anni fa, “che sembrano tanti – sottolinea Descalzi – ma non lo sono nel nostro settore”. La società ha saputo far leva sulla sua “debolezza”, l’essere arrivata in Africa per ultima, e ha fatto, ricorda Descalzi, “qualcosa di diverso dagli altri, dando un riconoscimento ai Paesi africani”.
Questo con attività anche lontane dal core business del Cane a sei zampe, con investimenti in agricoltura, elettricità e gas per uso domestico. “Abbiamo dato a chi ci ospitava qualcosa che non aveva”, sottolinea l’ad che ricorda come “loro credono a chi investe, ci deve essere un ritorno industriale ed economico”, conclude l’ad Eni.