Padova, 30 apr. (AdnKronos) – “Un 1° maggio con i negozi aperti? Un “frutto avvelenato” del decreto Monti che, con la scusa che la liberalizzazione avrebbe portato acqua al mulino del Pil (addirittura un preventivato e mai ottenuto +1,2%) ha avallato l’attacco della grande distribuzione ai negozi tradizionali costringendo questi ultimi ad una rincorsa che non ha portato nessun vantaggio in termini di vendite, semmai ha “spalmato” le stesse sui sette giorni della settimana finendo per aumentare i costi”. E’ lapidario nei confronti della legge e della grande distribuzione il giudizio del presidente dell’Ascom, Patrizio Bertin.
“La deregulation – continua il presidente – non ha assolutamente aumentato i consumi ed anzi ha costretto i piccoli negozi, se non volevano perdere totalmente il proprio mercato, a turni massacranti e a sfregi come quello del 1° maggio, giorno che prima della liberalizzazione di Monti nessuno aveva osato mettere in discussione come giornata di festa per i lavoratori che, è bene sottolinearlo, nel commercio tradizionale è giorno di festa anche per i titolari, essi stessi lavoratori accomunati nel comune destino della chiusura quando una nuova grande struttura cerca di insediarsi in un territorio saturo come il nostro e dove un posto nuovo nella grande distribuzione ne fa perdere quattro nel commercio di tradizione”.