Home Attualità Olio: annata nera per l”oro giallo’ in tutte le Regioni

Olio: annata nera per l”oro giallo’ in tutte le Regioni

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Roma, 21 nov. (Labitalia) – Qualcuno l’ha già definita ‘la peggiore annata della storia’. Difficile stabilire se è vero, ma quel che è certo è che la pioggia caduta copiosa da maggio a luglio, il terreno fradicio, la scarsità di sole, e la conseguente diffusione della dannosissima’mosca’, hanno avuto come conseguenza un calo drastico della produzione dell’olio nella nostra Penisola: -35% secondo le stime dell’Ismea elaborate in collaborazione con Unaprol, e le altre organizzazioni di operatori. Nel 2014, infatti, la produzione si attesterebbe a circa 302 mila tonnellate, contro le 464 mila diffuse dall’Istat per il 2013.
Il dato stimato per il 2014 è una sintesi tra un’ipotesi minima che porterebbe la produzione a 286 mila tonnellate (-38%) e una massima che potrebbe invece portare i volumi verso le 310 mila tonnellate (-33%).
Da un punto di vista territoriale, a pesare sul risultato finale sono sicuramente Puglia e Calabria, per le quali si attende una produzione decurtata di più di un terzo rispetto allo scorso anno. A mitigare, in parte, tale risultato c’è la Sicilia, la cui flessione è attesa al -22%. Ma è in tutto il Sud che si attendono flessioni a due cifre con punte di -45% per Basilica e Abruzzo e -40% per la Campania. Nel Centro Italia e in Liguria, si attende una produzione quasi dimezzata e anche nelle regioni del Nord si prevedono quantitativi molto al di sotto dello scorso anno.
Le sole eccezioni in questo quadro negativo sono la Sardegna, dove si stima un +30% rispetto a un 2013 di scarsissima produzione, e il Piemonte, dove però la produzione di olio interessa quantità molto limitate (25 tonnellate stimate nel 2014).
Ed ecco le stime del calo regione per regione, da Nord a Sud: Piemonte (25 tonn, +40% rispetto al 2013); Lombardia (541 tonn, -30%); Trentino Alto Adige (206 tonn, -25%); Veneto (410 tonn, -25%); Friuli Venezia Giulia (23 tonn, -30%); Liguria (3.150 tonn, -45%); Emilia Romagna (412 tonn, -40%); Toscana (9.245 tonn, -45%); Umbria (3.152 tonn, -45%); Marche (1.837 tonn, -45%); Lazio (12.219 tonn, -37%); Abruzzo (10.226 tonn, -45%); Molise (4.004 tonn,-30%); Campania (22.815 tonn, -40%); Puglia (119.398 tonn,-35%); Basilicata (3.408 tonn, -45%); Calabria (67.083 tonn, -35%); Sicilia (38.439 tonn, -22%); Sardegna (5.290 tonn, 17%).
“Il mercato -osserva Unaprol- sta rispondendo con prezzi in aumento soprattutto nell’extravergine. C’è infatti una domanda già molto dinamica su questo prodotto e soprattutto sulle partite di qualità migliore”. Guardando dentro le zone di produzione si osserva che la Puglia, la più grande produttrice di olio in Italia, presenta una situazione differenziata a seconda degli areali. Nella provincia di Bari la fascia costiera presenta problematiche importanti legate alla presenza di attacchi di mosca, mentre nell’area a nord di Bitonto si evidenziano meno problemi sia a livello quantitativo, sia qualitativo. Anche nella provincia di Bat la situazione è tutt’altro che omogenea. Nelle zone contraddistinte la annata di scarica le olive più polpose hanno subito serie minacce dalla mosca, peraltro ottimamente contenute grazie alle indicazioni dei tecnici.
Si prevede un’importante contrazione produttiva anche nel Foggiano, determinata essenzialmente dalle avversità atmosferiche che hanno trovato la loro massima espressione nelle alluvioni nella zone del Gargano e dell’Alto Tavoliere. Anche gli attacchi di mosca hanno dato il loro contributo alla perdita di produzione. Flessioni sono previste anche nelle altre aree della provincia, come Basso tavoliere e Subappennino, ma con un maggiore ottimismo in termini di qualità.
In un quadro regionale preoccupante le province di Brindisi e Taranto rimandano qualche segnale positivo. Qui le olive sane sono arrivate in fase di raccolta senza nessuna carenza idrica e con rese migliori rispetto a quelle registrate per la scorsa campagna. Gli attacchi di mosca sono stati mediamente arginati, a anche se si sono prolungati fino all’inizio della raccolta.
Un discorso a parte merita la provincia di Lecce, dove ci sono aree di buona produzione anche dal punto di vista qualitativo, mentre altre con scarsi volumi dovuti alla naturale scarica o a seri danni da malattie. Il range delle variazioni percentuali della provincia è quindi vastissimo. Anche nelle zone di ci si attendeva un’ottima carica, come nella zona ad est della provincia, la campagna olivicola già nella fase di fioritura ha presentato problemi di cascola dei fiori dovuti ai forti venti. La provincia non è certo stata esente né da attacchi di mosca né da quelli di altre patogene. Da ricordare, inoltre, che la produzione è praticamente nulla nelle aree colpite da Xylella.
Per la Calabria, seconda regione italiana per produzione di olio, si prevede una forte contrazione produttiva, sia rispetto alla precedente campagna, sia rispetto alla media delle ultime annate. I problemi si sono presentati già in fase di allegagione e sono proseguiti con il clima estivo che ha favorito gli attacchi di patogene, come mosca e tignola, compromettendo anche la qualità del prodotto. Particolarmente penalizzata la provincia di Reggio Calabria, dove ci sono zone con una produzione che va dallo scarso al nullo.
Nella zona del Basso Ionio, si è avuta una fioritura disomogenea, con un successivo freddo prolungato ed un repentino cambio di temperature che hanno creato problemi in fase di fruttificazione. Qui la siccità ha creato problemi in fase di fruttificazione. Nell’alto Ionio già nella fase di post allegagione ci sono stati attacchi di tripide che hanno provocato cascola di frutticini. Alla perdita di prodotto ha contribuito anche il forte vento. La fruttificazione è stata, invece, caratterizzata da intense precipitazioni alternate a giornate di caldo afoso: clima ideale per lo sviluppo della mosca. Ad agosto, inoltre, c’è stata cascola di olive.
Anche nel Catanzarese la produzione di quest’anno è stata condizionata da eventi sfavorevoli: nella zona di Lametia, ad esempio, è annata di scarica, mentre a Maida e nelle zone collinari ci sono state gelate prima e troppa siccità poi. Meno sfavorevole sembra essere la situazione in provincia di Cosenza dove, seppur con una certa difformità sul territorio, le perdite sono limitate e anzi in alcune aree quest’anno stanno esitando volumi addirittura maggiori. Nel Crotonese i volumi di olio potrebbero oscillare intorno a quelli dello scorso anno, ma risultano comunque inferiori rispetto alla media. Male, invece, in provincia di Vibo Valentia.