Home Nazionale Fumo: 80% italiani ignora danni di quello passivo

Fumo: 80% italiani ignora danni di quello passivo

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Roma, 9 set. (AdnKronos Salute) – Il 25% della popolazione italiana è esposto ai pericoli del fumo passivo e 8 cittadini su 10 non sanno che provoca il cancro del polmone. Il 71% fuma regolarmente in luoghi chiusi, mentre per il 43% smettere con le sigarette non riduce il rischio di sviluppare la malattia. Il livello di conoscenza sui fattori di rischio è scarso, infatti quasi la metà delle persone (48%) pensa che questo tipo di tumore non si possa prevenire. Una diffusa ignoranza che preoccupa, visto che il 49% dichiara di fumare in presenza di bambini e solo il 45% cambierebbe il suo stile di vita per prevenire la neoplasia. Sono alcuni dei dati emersi dal sondaggio nazionale condotto dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e concluso nel luglio scorso su oltre 3.000 cittadini.
L’indagine, presentata oggi a Milano alla stampa, fa parte della campagna nazionale di sensibilizzazione sulla patologia, promossa dall’Aiom, con il patrocinio della Fondazione ‘Insieme contro il Cancro’ e dell’associazione dei pazienti ‘WALCE’ (Women Against Lung Cancer in Europe). “Con circa 38.000 nuove diagnosi ogni anno nel nostro Paese, il tumore del polmone è la terza neoplasia più frequente, dopo quelle al colon retto e al seno”, spiega Carmine Pinto, presidente eletto Aiom e direttore oncologia medica dell’azienda ospedaliero-universitaria di Parma. “Ma, a differenza di altre forme tumorali, si caratterizza – continua Pinto – per un forte stigma sociale. Infatti il 59% degli intervistati ritiene che chi è colpito dalla malattia, soprattutto se si tratta di un fumatore, sia ‘colpevole’ della sua condizione. Ricordiamo che respirare sigarette, proprie e altrui, determina il 90% del totale dei decessi per tumore del polmone”.
E il fumo passivo “è un importante fattore di rischio, che aumenta fino al 30% le probabilità di sviluppare la malattia. Ma, come risulta dal sondaggio, troppi ignorano le regole fondamentali della prevenzione. Per questo abbiamo deciso di promuovere un progetto nazionale rivolto a cittadini, oncologi e istituzioni”, aggiunge l’esperto ricordando che a ottobre “partirà un vero e proprio tour di sensibilizzazione sui danni anche del fumo passivo in otto Regioni, rivolto ai cittadini e alle Istituzioni. Interverranno oncologi, rappresentanti degli assessorati regionali alla Sanità e delle associazioni dei pazienti. Un momento di confronto e di crescita, oltre che di creazione di un percorso educazionale e informativo”.
L’Aiom – spiega una nota – ha realizzato anche un’indagine fra i propri soci ed è prevista la diffusione in tutti i centri di oncologia della penisola di due opuscoli informativi: uno sui danni del fumo passivo (e attivo), da distribuire anche negli ambulatori dei medici di medicina generale, l’altro su come affrontare al meglio questa neoplasia, destinato ai pazienti e ai familiari. Il bisogno di informazione, infatti, è molto alto: l’89% degli intervistati vorrebbe infatti ricevere maggiori notizie sulla malattia e per il 72% servono più campagne di prevenzione.
Il fumo passivo – ricordano gli esperti – rappresenta il principale fattore inquinante degli ambienti chiusi e provoca nel mondo oltre 600.000 morti l’anno. “Le sigarette – sottolinea Francesco Cognetti, presidente di ‘Insieme contro il Cancro’ – possono trasformare il salotto di casa o l’abitacolo dell’automobile in vere e proprie camere a gas. Sarebbe opportuno estendere i divieti antifumo a tutti gli ambienti chiusi o troppo affollati come automobili, spiagge, stadi e parchi. Solo così è possibile difendere la salute di tutti i cittadini, specialmente delle persone più a rischio, come le donne in gravidanza e i bambini. Un proposta simile è già stata avanzata dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nell’estate 2013. Il progetto però non è stato accolto. Rinnoviamo il nostro appello alle istituzioni affinché siano introdotte norme più stringenti, peraltro già adottate con successo in altri Paesi”.
Parte della campagna, realizzata con il supporto di Boehringer Ingelheim, anche il sondaggio fra oltre 850 specialisti. “Abbiamo condotto questa indagine interna per capire come viene affrontata e trattata la patologia – continua Pinto – Il 78% degli oncologi ritiene che questi pazienti siano colpevolizzati, soprattutto se si tratta di fumatori. Inoltre l’86% afferma che lo stigma può influire negativamente sullo stato di salute complessivo. La probabilità di sviluppare una neoplasia polmonare è infatti 14 volte più alta tra i fumatori rispetto ai non tabagisti. Però è fondamentale che il malato avverta la comprensione del personale medico e l’affetto dei familiari. Ben il 95% degli oncologi dichiara infatti di rivolgere domande sul possibile stato di disagio interiore”, conclude.