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Crisi: Istat, telefonisti e call center i piu’ insicuri e insoddisfatti

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Roma, 23 sett. (Adnkronos) – Sono i telefonisti e gli operatori dei call center i lavoratori più insicuri e insoddisfatti. A fotografare lo stato di disagio psicologico è una indagine condotta dall’Istat insieme all’Isfol nel 2012/2013 dal titolo “le professioni in tempo di crisi: competenze, abilità e condizioni di lavoro”. Su una scala di ‘gradimento’ del proprio lavoro da 0 a 100, infatti, i telefonisti e gli addetti ai call center totalizzano 24,5. Scoraggiati anche il personale domestico ed i venditori con 30. Seguono, a distanza ravvicinata, le professioni tecniche nei musei (32,6), negli uffici giudiziari (34,6) e nell’ambito dei servizi statistici (37). Male anche la qualità del lavoro per alcune professioni non qualificate come i bidelli (36,6) e gli addetti al lavaggio dei veicoli (37,2), oltre agli addetti ai distributori di carburanti (37,6).
A peggiorare il quadro complessivo anche l’insicurezza che colpisce questi lavoratori. Tra quelli che la percepiscono in misura maggiore ritroviamo infatti gli addetti ai call center (11,3 in una scala da 0 a 100 dove 0 indica molto insicuro e 100 molto sicuro) e le professioni dello spettacolo (20,7).
All’estremo opposto, invece, annota ancora l’Istat, l’insicurezza minima si registra nelle professioni universitarie (82,9 per cento), nella magistratura (89,1), gli ambasciatori (78,5) e le professioni della pubblica sicurezza (88,8).