Home Attualità Confsal Salfi, non sarà Babbo Natale a dare sistema fiscale equo

Confsal Salfi, non sarà Babbo Natale a dare sistema fiscale equo

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Roma, 17 dic. (Labitalia) – “Una cosa è certa. Non sarà certo Babbo Natale a garantire un sistema fiscale italiano che consenta una vera lotta all’evasione e una redistribuzione dei redditi indispensabili oggi per creare equità sociale, coesione sociale e anche senso di appartenenza, se e nella misura in cui tutti noi, ciascuno nella misura delle responsabilità che gli competono, si attivi, per creare una sana reazione per garantire che l’amministrazione finanziaria, in futuro, sia ancora nostra, da noi gestita, ma soprattutto conoscibile e scevra da presunzioni di corruttela e da giudizi politici e comuni di ‘classe di vessatori'”. Così, in un editoriale, il segretario generale della Confsal Salfi, Sebastiano Callipo.
“Passi che all’interesse collettivo -ha continuato Callipo- si preferisca l’interesse individuale ma, almeno, si deleghi al sistema politico sano e al sistema sindacale sano ‘l’impresa’ di non consegnare il Fisco italiano a derive ideologiche, politiche e clientelari di sorta”.
“Ebbene, occorre affermare, con chiarezza e senza formalizzare giudizi ‘ex ante’, che non vi è più grave errore, per un governo e per un management pubblico di quello di, implicitamente e oggettivamente, ovvero in buona fede e inconsapevolmente, delegittimare la propria forza lavoro, con contesti comunicativi altamente difficili da decodificare e facilmente strumentalizzabili”, ha avvertito.
“Noi continueremo -ha ribadito Callipo- a difendere il nostro lavoro, la nostra immagine, il nostro ruolo e la nostra indiscussa onestà intellettuale, e non solo nella conduzione di un lavoro sempre più malvisto dal sistema Paese e sempre più malpagato”.
“Veniamo da lontano -ha concluso- e vogliamo andar lontano e non è vero che nulla era stato creato, così come non è vero che occorra riformare tutto, laddove, invece, come in una ‘sana famiglia’, occorrerebbe puntare e investire sulla reciproca fiducia, che spinga anche il terzo estraneo a nutrirla, in noi poveri ‘magistrati del fisco’”.