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Cgil Lombardia: flessibilità per Expo falso problema

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Milano, 16 lug. (Labitalia) – L'esigenza di maggior flessibilità in tema di lavoro per l'Expo "penso sia un falso problema. A livello territoriale, come Cgil, Cisl e Uil, stiamo già facendo accordi, ad esempio su formazione e legalità, per rendere raggiungibile l'obiettivo di Expo 2015. Non c'è assolutamente bisogno di fare accordi per avere flessibilità in più, si dovrebbero invece trovare i soldi necessari per fare gli investimenti previsti dall'Esposizione". E' netto il giudizio di Nino Baseotto, segretario generale della Cgil Lombardia, con Labitalia, sull'incontro di oggi tra il ministro del Lavoro, Enrico Giorvannini, e le parti sociali sugli interventi in materia di lavoro per l'Expo. Per Baseotto, più che aggiungere flessibilità, "bisognerebbe invece pensare a che i tempi previsti per la realizzazione delle opere connesse all'Expo siano rispettati". "Ci sono dei ritardi -avverte- che non possono essere addebitati nè a chi dirige la società nè ai lavoratori, ma piuttosto a quanti in precedenza guidavano Regione Lombardia e Comune di Milano e si sono persi in infinite discussioni su governance e ruoli. Attingendo alle norme già esistenti, e attraverso accordi territoriali -sottolinea il leader del sindacato regionale- si possono dare tutte le garanzie di flessibilità possibili, e anche di rispetto dei diritti dei lavoratori. Non c'è bisogno d'altro". "Giovannini non deve cadere nella trappola di chi vuole usare il pretesto dell'Expo -sottolinea Baseotto- per realizzare la definitiva deregolamentazione del mercato del lavoro italiano, con ancora più precarietà e senza diritti. Si vuol far rientrare dalla finestra -conclude il sindacalista- ciò che è uscito dalla porta, e cioè il piano dell'ex-ministro Sacconi: contratti e leggi derogabili dal accordi aziendali".