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Boom di presente per Caprarica al Giardino

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La Gran Bretagna alla fine degli anni Settanta, poco prima che al numero 10 di Downing Street arrivasse la Lady di Ferro, l’intransigente esponente dei conservatori britannici, Margaret Thatcher, era un Paese con la sua industria in declino, con la disoccupazione crescente, con il costo della vita minacciosamente cresciuto, il debito pubblico incontenibile, tanto che il governo era sul punto di chiedere l'aiuto del fondo monetario internazionale.
Maggie, la figlia del droghiere, con delle ricette economiche monetariste, con tagli alla spesa, privatizzazione delle aziende statali e deregulation, riuscì a guarire il Paese, facendolo diventare uno stato europeo davvero moderno.
Antonio Caprarica ha deciso di raccontare proprio questo nel suo nuovo libro “Ci vorrebbe una Thatcher” edito da Sperling & Kupfer presentato sabato 6 aprile al Giardino delle IDEE di fronte ad un pubblico da tutto esaurito – molte persone non sono riuscite ad entrare in una Sala delle Muse gremita in ogni angolo.
Caprarica racconta con garbo e un pizzico di humor inglese, le analogie con il nostro paese e come probabilmente oggi “la Thatcher di cui avremmo bisogno, è una Thatcher collettiva, non un singolo individuo”.
Un cambiamento di mentalità in un momento di grande crisi, iniziando a ricostruire il profilo del nostro stato.
Descrive con dovizia di particolare e aneddoti la vita in un Paese come la Gran Bretagna “dove l’economia è governata dalle regole del mercato e della concorrenza e le istituzioni operano in modo trasparente, con moralità nella cosa pubblica”.
Tra gli applausi parla di uno stato più leggero che “significa soprattutto uno stato più efficiente e meno esposto alla corruzione”.
Una spinta decisiva per rimettere in moto la nostra economia, liberando risorse che in questo momento vengono assorbite da una spesa improduttiva.
Parla anche – e questa volta gli applausi del pubblico diventano standing ovation – di come “sia prioritario ridare slancio alle giovani generazioni offrendo loro una prospettiva concreta”.
“E’ da questo che bisogna ripartire se si vuole ridisegnare un Paese che è rimasto troppo indietro negli ultimi venti anni” conclude.
Abbiamo bisogno di un Governo coraggioso, com’era coraggiosa la Signora di Ferro.
Al termine dell’incontro consueta fila al desk libreria e lunga attesa per il firma libro con il pubblico invitato dallo stesso Caprarica a rispettare una ordinata fila stile inglese.
Antonio Caprarica si conferma giornalista e scrittore molto amato anche nella nostra città.
“Tornerò presto ad Arezzo con mia moglie – confida ad alcuni spettatori – mi voglio fermare un weekend per visitare la città con attenzione”.