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Alleanza Lavoro, per agenzie ridurre Iva e semplificare contratti

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Roma, 7 ago. (Labitalia) – "Aliquota Iva ridotta e attenti interventi di semplificazione delle forme contrattuali atipiche permetterebbero alle agenzie per il lavoro un'immediata operatività migliorando la capacità di offrire soluzioni lavorative a chi oggi è in cerca di occupazione". E' la richiesta che pone all'attenzione dell'esecutivo Antonio Lombardi, presidente di Alleanza Lavoro, per il quale "le agenzie sono operatori di utilità sociale e devono operare al meglio nell'interesse dei lavoratori che somministrano e delle imprese che assistono". Per il presidente di Alleanza Lavoro, "è sbagliato considerare le agenzie per il lavoro alla stregua di una qualsiasi attività commerciale: infatti, erogano retribuzioni, versano ritenute fiscali, contributi previdenziali e assicurativi, a prescindere dall'effettivo incasso delle proprie fatture". "Un sistema, attento e di supporto, dovrebbe prevedere misure di differimento degli importi dovuti allo Stato o comunque agevolativi in caso di insolvenza dell'utilizzatore", avverte."Le prestazioni fatturate dalle agenzie per il lavoro – continua Lombardi – sono assoggettate a Iva con addebito dell'aliquota ordinaria (21% salvi incrementi futuri). Considerando il settore di operatività, almeno per la mera attività di somministrazione, si potrebbe pensare a un'aliquota Iva ridotta, temporaneamente, che agevolerebbe il settore". A questo occorrerebbe aggiungere un intervento attento, di supporto e di semplificazione di tutte le forme contrattuali atipiche: prestazioni occasionali, prestazioni occasionali accessorie (voucher lavoro), co.co.co., co.co.pro., lavoro intermittente o a chiamata. "Sfoltire tutte queste espressioni e prevedere una semplice e tutelata modalità porterebbe a una maggiore efficacia per gli operatori del settore e a un aumento della loro incisività", dichiara il presidente Lombardi.Dall'introduzione del lavoro in somministrazione (legge 24 giugno 1997 n.196, 'Norme in materia di promozione dell'occupazione'), le agenzie per il lavoro hanno agevolato l'incontro tra domanda e offerta di occupazione, rispondendo alle esigenze delle imprese e dei lavoratori e operando nel rispetto delle leggi e dei contratti collettivi, come osserva Lombardi."Quali operatori privati del mercato del lavoro, preventivamente autorizzati e costantemente controllati dal ministero del Lavoro – spiega – in questi anni le agenzie hanno svolto la loro attività affiancando, se non sostituendo, i centri per l'impiego. Per questo, chiediamo da subito una radicale riforma dei centri per l'impiego che preveda una loro effettiva dinamicità operativa sul territorio, per rimuovere la storica passività rivolta quasi esclusivamente al rilascio di attestati dello stato di mobilità e disoccupazione. Le agenzie per il lavoro, quali agenzie private di collocamento, allora si potrebbero affiancare i 'nuovi' centri per l'impiego, offrendo professionalità e stabilità economica, a tutela dei lavoratori e delle imprese". Infatti, il principio di parità di trattamento tra lavoratori in somministrazione e di struttura, ha sempre rappresentato un elemento essenziale per le agenzie per il lavoro. I lavoratori somministrati, dipendenti delle agenzie, a tempo determinato o indeterminato, hanno trattamenti normativi, retributivi, previdenziali, assicurativi e assistenziali, in alcuni casi addirittura migliorativi rispetto a quanto garantito ai colleghi, dipendenti diretti, degli utilizzatori. "La flessibilità tutelata, come possiamo definire la somministrazione, è la corrispondente speculare alla flessibilità produttiva", sottolinea Antonio Lombardi. Ecco perché, per il presidente di Alleanza Lavoro, "il 'decreto lavoro', cioè il pacchetto di misure anti-disoccupazione voluto dal governo Letta, è una 'tradizionale' risposta che tende a portare il sistema verso una configurazione, ormai, arcaica"."In questa fase storica gli interventi per il mercato del lavoro focalizzati prevalentemente se non esclusivamente alla stabilità sono la conseguenza di una visione miope, se non anacronistica, di quanto ci circonda e accade quotidianamente, in Italia, nel mondo. Se veramente le intenzioni fossero rivolte a promuovere il lavoro, le misure da porre in campo dovrebbero effettivamente supportare chi opera per il mercato e nel mercato del lavoro", conclude il presidente di Alleanza Lavoro.