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Sold Out al Giardino delle Idee per Franco di Mare

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Sabato 24 novembre, all'interno della splendida Sala delle Muse del Museo Nazionale d'Arte Medioevale e Moderna di Arezzo e di fronte ad un pubblico da “tutto esaurito”, ha raccontato, in un vero e proprio “one man show”, il suo nuovo romanzo: quasi un processo alla sua città, Napoli.

Un romanzo corale dove niente è come sembra.

E dove il Bene e il Male si intrecciano e guidano l'agire dei personaggi.

Una città contraddittoria e dannata, Napoli, dove sembra non esserci spazio per la redenzione e per la speranza.

“Lo spunto iniziale” ha spiegato Di Mare “è stato senza dubbio il mio grande amore per gli scrittori sudamericani. L'esplosione barocca che mettono nell'approccio alla vita, dove tutto si tiene in un carosello magico mentre le figure tornano ad avvilupparsi intorno all'asse centrale, mi ha sempre affascinato”.

Per i protagonisti non è prevista alcuna assoluzione.

“Nessuno è innocente” ha ricordato Di Mare facendo riferimento all'innocenza nell'Arcadia, quella della primissima infanzia, che però a Napoli viene meno prestissimo, pensando ad esempio alle guainelle, le sassaiole in cui si cimentano i ragazzini organizzati in bande rivali.

Nessuna assoluzione, nessuna speranza, soltanto la morte che diviene speranza come forma di rigenerazione.

La morte che non butta via niente e tutto trasforma: si muore per rinascere.

Di Mare narra il suo canto appassionato ribadendo che “occorre uccidere una parte di Napoli per farla risorgere rigenerata”.

Tutta la città di Napoli oggi è senza grigi.

Anzi, l'unica area grigia è la borghesia.

Di Mare ricorda che “Giorgio Bocca scriveva che Napoli siamo noi e che Napoli è il paradigma dell'Italia”.

Napoli quindi diviene una cartina di tornasole comune a tutta la Penisola.

“Certo quel che accade a Napoli ha forme più estreme” ha concluso Di Mare “Napoli è città dai contrasti violentissimi, dei dualismi: nella musica, nei linguaggi, nella cultura. Dei dualismi anche geografici, toponomastici. A Napoli ci sono Posillipo e i quartieri: luce ed ombra. E questa è la sua forza, ma anche la sua dannazione”.

Al termine lunga standing ovation e consueta educata file al desk libreria per acquistare una copia del libro da far autografare all’autore.

E Franco di Mare, stanco ma sorridente, impegnato a soffermarsi con ogni singolo spettatore per una parola, un aneddoto, un ringraziamento.