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PATTO DI STABILITÀ Laccio per la pubblica amministrazione

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PATTO DI STABILITÀ Laccio per la pubblica amministrazione

2011: 60 imprese fallite in provincia di Arezzo. Un terzo di queste a causa dei mancati o ritardati pagamenti della pubblica amministrazione. “Il Patto di Stabilità – commenta Andrea Sereni, Presidente Provinciale CNA – continua a manifestare i suoi pericolosissimi effetti negativi sul sistema delle piccole e medie imprese”. Non a caso, sia un’associazione di categoria come CNA, sia l’associazione dei comuni toscani, hanno proposto un “rimodellamento” del Patto.
“La gran parte degli enti locali aretini – continua Sereni – dispone nelle casse di somme di denaro capaci di far fronte ai pagamenti delle ditte fornitrici e appaltanti, ma sono bloccati dal Patto di Stabilità interno, che li obbliga a diluire i pagamenti nel tempo, per gli interventi finanziati da mutui o prestiti. Ad oggi il 73% degli enti pubblici italiani paga oltre la scadenza contrattuale e l'Italia si configura come il peggior pagatore in Europa. Paesi virtuosi come la Germania pagano a 35 giorni o come la Francia a 64”.
Questa situazione penalizza le imprese e mette in seria difficoltà anche gli enti locali che si trovano a non poter mantener fede a quanto contrattualmente pattuito, avendo ben chiaro che tutto ciò spesso può significare la fine di un'azienda.
“A fare da effetto moltiplicatore contribuisce l'assoluta difficoltà per le imprese nel reperire credito dalle banche che tengono i cordoni della borsa ben stretti, specie per alcuni settori. Se il presente è drammatico, il futuro può esserlo molto di più – osserva Sereni. Nel giro di un paio di anni è presumibile che i vincoli del Patto di Stabilità coinvolgano anche i piccoli comuni, gli enti territoriali, le aziende controllate, così da peggiorare lo scenario attuale. Proponiamo di avere una logica gradualità nella rimozione di alcuni vincoli, al fine di evitare il lievitare della spesa pubblica. Ci sembra ragionevole stilare un programma e affrontare le emergenze per priorità”.
Ecco le proposte di CNA: escludere dal Patto gli adeguamenti sismici degli edifici pubblici e delle infrastrutture, gli interventi relativi all'efficienza energetica degli edifici, la messa in sicurezza del territorio, la costruzione di edifici pubblici in classe energetica “A”, interventi infrastrutturali a favore dell'ambiente. Si tratta di azioni che possono esser qualificabili come di “somma urgenza”, capaci di dare linfa all'economia e di evitare costi nel prossimo futuro.
“Dalla attuale situazione dobbiamo uscirne creando occupazione e facendo aumentare i consumi – conclude il Presidente Sereni. Manovre come questa da noi proposta avrebbero effetti positivi. E’ quindi necessario agire subito per non veder vanificato quanto fatto in questi mesi in termini di aumento della pressione fiscale”.