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Riconoscenza della città di Arezzo al Vescovo Emanuele Mignone

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Bene ha deciso il nostro Arcivescovo di celebrare la memoria del suo predecessore sulla Cattedra di San Donato S. E. Mons Emanuele Mignone nel giorno del cinquantenario della sua morte avvenuta il 23 Dicembre 1961 in Arezzo.
E’ stato il 103 Vescovo di Arezzo ed il suo presulato è stato il più lungo, condiviso solo con il Vescovo Guglielmo Ubertini (morto il 10 Giugno 1289 a campaldino). La Città e la Diocesi devono riconoscenza e memoria al Vescovo Mignone, Cittadino Onorario del Comune di Arezzo. Questa la sua vita.
Emanuele Mignone (Cavatore, 1º aprile 1864 – Arezzo, 23 dicembre 1961)
Nacque a Cavatore dal padre Guido, sindaco del paese. Sua madre Adelaide Galliano, lo lasciò orfano ad un solo anno di età. Entrato giovinetto nel Seminario Diocesano, fu ordinato sacerdote il 14 luglio 1887. Dopo alcuni anni fu nominato parroco di Ovada, ove lasciò un ricordo vivissimo, tanto che i parrocchiani continuarono, anche da lontano, a consultarlo sui più svariati problemi.
Il 21 aprile 1909 papa Pio X lo nominò Vescovo di Volterra, ricevendo la consacrazione episcopale il 21 giugno successivo. Il 18 dicembre 1919 papa Benedetto XV lo trasferì ad Arezzo. L'ingresso solenne in Diocesi avvenne il 24 aprile 1920.
Il periodo storico in cui si trovò ad esercitare il suo ministero fu tra i più travagliati: l’eredità difficile lasciata dal Vescovo Volpi, il duro primo dopoguerra, l'avvento del fascismo, la seconda guerra mondiale, la ricostruzione e la rivoluzione economica dopo il 1950.
Fece fronte ad ogni circostanza con fermezza e intelligenza: nei primi anni del fascismo dovette difendere i propri sacerdoti, indirizzando le proprie proteste direttamente a Mussolini. Durante la guerra fu l'unica autorità che rimase sempre in città. Giorgio Spini, che fu fra i primi ad entrare ad Arezzo insieme ai soldati anglo-americani, lo incontrò nella piazza del Duomo e riportò in un suo scritto di essere rimasto colpito dal suo coraggio.
Dopo la guerra, con l'aumentare dell'età, venne meno la sua salute ma continuò a guidare la diocesi perfino dal letto dell'ospedale fino al giorno della sua morte avvenuta il 23 Dicembre 1961, coadiuvato dal Vescovo Telesforo Cioli. Ospitò negli anni della guerra nel Palazzo Vescovile e in Seminario Giovanni Papini e Francesco Severi.
Ho ritrovato nell’Archivio Storico del Comune di Arezzo la Delibera del Sindaco Antonio Curina che in data 6 Marzo 1946 concedeva al Vescovo Mignone la cittadinanza onoraria di Arezzo.

Riporto il testo esatto della Delibera:

“La Giunta Municipale,
Premesso che S.E. Mons Emanuele Mignone da 25 anni esplica in questa città in modo ammirevole il suo nobile ed alto apostolato;
Ritenuto che durante il periodo della guerra, nonostante l’esodo di tutte le Autorità cittadine, Egli è rimasto sempre in sede dando prova di coraggio, di altruismo più unici che rari;
Considerato che per lungo periodo mise a disposizione dei profughi il palazzo vescovile ed il seminario accogliendo, benedicendo, incoraggiando ed assistendo tutti coloro che a Lui si presentavano indipendentemente dalle loro condizioni sociali, dalla oro fede politica e religiosa, dando così numerose prove di grande carità cristiana e di alti sentimenti umanitari e patriottici;
Tenuto conto dei notevoli benefici arrecati alla Città ed alla popolazione, che non dimenticherà mai l’opera rivolta dall’illustre e venerato Presule durante il periodo dei bombardamenti e delle infami rappresaglie nazifasciste;
Interpretando il desiderio della cittadinanza che è a Lui legata da sentimenti di profonda gratitudine e di imperitura riconoscenza

Con voto unanime

DELIBERA
E’ concessa la cittadinanza onoraria di Arezzo a S.E. Illustrissima, Reverendissima Mons Emanuele Mignone, Vescovo della Diocesi di Arezzo”

Palazzo Municipale
Arezzo 6 Marzo 1946

Articlolo scritto da: Pier Luigi Rossi