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Libia, tv di stato: Vittime della crociata dell’ebreo sionista Sarkozy

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Tripoli, 19 mar. (Adnkronos/Aki/Ign) – Mentre prende il via l'intervento occidentale contro Gheddafi, in Libia è ancora battaglia fra lealisti e ribelli con numerose vittime in campo. "Siamo vittime di una nuova crociata da parte dei francesi e del loro presidente, il noto ebreo sionista Sarkozy", ha annunciato la tv di stato pubblica dopo i primi bombardamenti da parte degli aerei francesi entro un raggio di 100-150 chilometri da Bengasi. "Stiamo vivendo un nuovo Iraq – ha spiegato un conduttore – come avvenuto nel 2003 Bengasi è stata bombardata. Il complotto contro di noi è evidente. In questa città devono finire le divisioni e dobbiamo ritornare uniti".
Poco prima la tv di Stato ha mostrato le immagini di una manifestazione pro-Gheddafi, con un centinaio di persone, all'aeroporto El-Ghordabia di Sirte. Analoghe dimostrazione sono state organizzate per evitare raid aerei in altri scali: a Gadames, Tripoli (guidata dalla figlia di Gheddafi, Aisha) e Sebah. La tv di stato libica ha infatti annunciato che vi "prendono parte giovani e bambini".
Violenti scontri e bombardamenti oggi a Bengasi, la roccaforte dei ribelli. Nonostante l'impegno del governo al cessate il fuoco, le brigate fedeli al Colonello hanno effettuato raid aerei prima sulla zona orientale e poi sui quartieri sudoccidentali. E' stato bombardato anche il campo della Croce Rossa situato nel centro della città. Dopo che le truppe del raìs sono entrate a Bengasi, sono stati attaccati a colpi di mortaio tutti i palazzi occupati dai rivoltosi e un caccia dei ribelli è stato abbattuto dalle forze di Gheddafi.
Un primo bilancio degli scontri, riferito dai medici, parlava di 26 morti e 40 feriti. Secondo fonti dei rivoltosi interpellate da al Jazeera, gli insorti libici avrebbero respinto l'attacco dei gheddaffiani. Ha confermato anche l'ex ministro dell'Interno libico, Abdul Fattah Younis, in un'intervista ad 'al-Arabiya'. Younis, che si è unito agli insorti subito dopo l'inizio della rivolta e ricopre l'incarico di presidente del comitato militare all'interno del Consiglio nazionale transitorio, ha smentito di essere stato reintegrato nel governo come invece era stato annunciato dalla tv di stato di Tripoli.
La radio dell'opposizione libica 'Voce libera della Libia', che trasmette dalla città di al-Baida, ha riportato un messaggio del Consiglio nazionale transitorio di Bengasi, secondo cui alcuni caccia in mano ai ribelli avrebbero bombardando le truppe del colonnello. La fuga. In seguito agli scontri, centinaia di profughi provenienti da Bengasi si sono affollati lungo il valico di Sallum, al confine con l'Egitto La città di Zintan. Truppe di Gheddafi si sono dirette verso il centro a sud di Tripoli dopo che, hanno riferito testimoni oculari citati da 'al-Arabiya', la città era stata bombordata dalle milizie del colonnello.
Il leader del Consiglio nazionale dell'opposizione, Mustafa Abdel Jalil, tramite 'al-Jazeera, ha lanciato ''un appello alla comunità internazionale affinché intervenga in difesa dei civili". "Quella che stiamo vivendo a Bengasi è una tragedia – ha detto – ci sono anziani e bambini che vengono usati come scudi umani dalle truppe di Gheddafi. Il cessate il fuoco è una bugia del raìs, da ieri si combatte in tutto il Paese". In serata il portavoce del Consiglio dell'opposizione, Fatha al-Bahja, ha detto nel corso di un collegamento telefonico con al-Jazeera che Gheddafi "sta vivendo le sue ultime ore. Con l'intervento militare internazionale potremo dimostrare di essere in grado di sconfiggerlo".
Al contrattacco mediatico il governo libico. Una fonte, citata da 'al-Arabiya', giustifica così l'offensiva lanciata in mattinata a Bengasi dai gheddaffiani: "I ribelli hanno attaccato per primi le nostre forze presenti in Cirenaica". E Il cessate il fuoco "è reale, credibile e solido", ha poi confermato il ministro degli Esteri libico, Moussa Koussa, in un'intervista alla radio dell'emittente 'Bbc'. Le minacce. Il portavoce del governo di Tripoli, Ibrahim Moussa, nel corso di una conferenza stampa, ha annunciato che Gheddafi ha inviato delle lettere al presidente Usa, Barack Obama, al presidente francese, Nicolas Sarkozy, al primo ministro britannico, James Cameron, e al segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon. Secondo Moussa, il leader libico rivolgendosi a Cameron e Sarkozy avrebbe scritto: "rimpiangerete ogni ingerenza in Libia", mentre, parlando al presidente degli Stati Uniti avrebbe dichiarato che il popolo libico "è disposto a morire" per il raìs. Il portavoce ha quindi precisato che la gente in Libia è pronta a combattere al fianco di Gheddafi "contro le bande armate".
"Noi siamo in guerra contro al-Qaeda, non vogliamo combattere contro il nostro popolo", ha dichiarato il portavoce del governo libico. "E' il nostro Paese. Non potremmo mai sparare nemmeno un proiettile contro il nostro popolo", ha proseguito Moussa. "Venite e rendetevi conto da soli che questa è la realtà", ha aggiunto.

Articlolo scritto da: Adnkronos