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Libia, le forze lealiste bombardano tre città

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Tripoli, 12 mar. – (Adnkronos/Aki/Ign) – Prosegue l'offensiva militare di Gheddafi in tre città del Golfo della Sirte, in Libia. A causa dei bombardamenti dell'esercito lealista, gli insorti libici sono stati costretti ad arretrare dal porto petrolifero di Ras Lanuf. Lo riferiscono fonti dei rivoltosi. Secondo la Bbc "sembra che le truppe del colonnello abbiano conquistato la città". Intanto si sono intensificati gli attacchi arei su Brega, l'altro terminal petrolifero in mano agli insorti. "Ci siamo ritirati a tre chilometri di distanza a Ras Lanuf che ora è in mano alle brigate di Muammar Gheddafi", ha detto una fonte dei ribelli libici alla tv satellitare 'al-Arabiya'. "Siamo vicini e in poche ore potremmo ritornare.
Ci siamo ritirati dopo i raid di oggi. Ras Lanuf come al-Zawiyah sono punti nevralgici per Gheddafi perché rappresentano le sue fonti di sostentamento essendoci i principali terminal petroliferi del paese". Dopo la rinconquista di Ras Lanuf, le forze del Raìs hanno iniziato a bombaradre la città di Misurata e si ritiene che la città sia il loro prossimo obiettivo. La repressione della rivolta libica si estende anche nelle scuole. Secondo il racconto degli studenti, citati dal quotidiano International Herlard Tribune, i militari si sarebbero recati negli istituti riaperti da poco per intimare agli studenti di guardare solo la tv di stato.
Gli alunni hanno parlato anche del pagamento di circa 200 lire libiche, circa 160 dollari, al giorno per prendere parte a manifestazioni pro-colonnello, senza nascondere il timore che in questa situazione "confidarsi con l'amico sbagliato possa costarti un interrogatiorio segreto della polizia". Minacce all'Italia. Sono state avanzate da Saif al Islam Gheddafi, secondogenito del leader libico, durante un incontro con i giornalisti secondo quanto riferiscono 'Corriere della Sera' e 'Repubblica'. ''State attenti. Se tu tradisci un partner come credi che quello debba reagire?'', ha detto Saif. ''Il messaggio per l'Italia è molto semplice – ha aggiunto – il popolo libico è unito, presto vinceremo la battaglia contro questi terroristi, insciallah, e presto faremo i conti con tutti. Sarà molto facile rimpiazzare l'Italia con la Cina o la Russia''.
Oggi nel vertice della Lega Araba la decisione di chiedere al Consiglio di Sicurezza dell'Onu di imporre una no fly zone sui cieli della Libia, nonostante le resistenze di quattro paesi: Algeria, Siria (un suo rappresentante ha spiegato che potrebbe facilitare un "intervento militare straniero"), Yemen e Sudan. I ministri degli Esteri arabi, riuniti al Cairo, inoltre hanno deciso di aprire un canale ufficiale di dialogo con i rappresentanti dell'opposizione libica di Bengasi. Il segretario generale della Lega Araba Amr Mussa, prima di partecipare al vertice, si era già detto favorevole all'ipotesi di una no-fly zone. In un'intervista al quotidiano tedesco Der Spiegel, che sarà pubblicata lunedì, ha sottolineato la necessità di "sostenere il popolo libico nella sua lotta per la libertà e contro un regime sempre più sprezzante''.

Articlolo scritto da: Adnkronos