Home Attualità Karakuri Ningyo, a Torino la magia delle bambole meccaniche

Karakuri Ningyo, a Torino la magia delle bambole meccaniche

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Torino, 4 nov. – (Adnkronos) – Straordinarie bambole che danzavano, servivano il té, scoccavano frecce, realizzando interi giochi in gruppo, attivati da molle, mercurio e sabbia mobile, o acqua pompata: le Karakuri Ningyo. Inventate dagli artigiani giapponesi sin dall'inizio del 17° secolo, oggetti dotati di un'estetica frutto di una straordinaria abilità artistica che, come in altri settori dell'arte giapponese, passano da padre in figlio da generazioni, costituendo così un ponte ininterrotto tra passato e presente. Il termine Karakuri significa "dispositivo meccanico per prendere in giro, ingannare, o sorprendere", ed implica una magia nascosta, un elemento di mistero. Ningyo è traducibile con bambola. Letteralmente quindi ''bambole meccaniche''. Nella sezione espositiva presente presso il MAO, Museo d'Arte Orientale di Torino, fino al 18 dicembre è possibile ammirare due "modelli" dei carri allegorici, oltre ad un filmato appositamente realizzato con le stupende immagini dei Karakuri Matsuri nipponici. La mostra che l'Associazione Yoshin Ryu propone quest'anno muove un passo verso un futuro illimitato dal punto di vista artistico e tecnologico che in Giappone ha posto le sue basi piu' di trecento anni fa. La centralita' dell'esposizione e' data dalle bambole Karakuri, fortemente collegate con la tradizione ma in grado di gettare le basi per la moderna robotica. Ed e' su quest'ultimo aspetto che l'esposizione estende la sua proposta con un piccolo ma concreto ed affascinante assaggio di cio' che e' robotica oggi in Giappone ed in Italia. Un incredibile incontro dunque, con le bambole provenienti dall'Epoca Edo del Maestro Tamaya Shobei IX e con i robot Wakamaru della Mitsubishi e AD Robot del Politecnico di Torino.

Articlolo scritto da: Adnkronos