Home Attualità Salute ‘Eventi Avversi’ Sanità: in Italia il tasso è al 5,17% contro il 9,2%

‘Eventi Avversi’ Sanità: in Italia il tasso è al 5,17% contro il 9,2%

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Sono questi i numeri che emergono da una ricerca promossa e finanziata dal Ministero della Salute e realizzata dal Centro Gestione Rischio Clinico della Regione Toscana e illustrati in anteprima al Forum Risk Management in Sanità. Dati importanti, che dimostrano ancora una volta come la Sanità italiana abbia posto la propria attenzione al problema e abbia cercato di dare risposte concrete con un lavoro serio e mirato.
Un dato però che non deve far abbassare la guardia è quello che riguarda la “prevenibilità degli eventi avversi” che in Italia è più alta in confronto a quella riscontrata in altri Paesi: 56,7% rispetto al 43,5%. Altro aspetto rilevante della ricerca sono le conseguenze degli “eventi avversi”, che nel 66% dei casi provocano un prolungamento della degenza ( ogni giorno di degenza ha un costo per il SSN di Euro 400) e nel 28% possono comportare una disabilità o il decesso del paziente.
“Alla luce di ciò – afferma il Presidente della Fondazione Sicurezza in Sanità, Vasco Giannotti – introducendo i lavori del VI Forum Risk management -non bisogna abbassare la guardia e occorre investire sempre di più nella prevenzione del rischio e nella sicurezza del paziente. Un investimento che non rappresenta una spesa per il Servizio Sanitario Nazionale, ma che produce risparmio anche da un punto di vista economico finanziario”. Per la prima volta abbiamo “dati certi” sui quali costruire un'agenda delle priorità”

Considerazione condivisa anche dai numerosi esperti presenti alla VI Edizione del Forum Risk Management che sottolineano come da questo studio emerga l’esigenza di una nuova legge in materia che consenta ai medici di discutere i propri errori senza il timore delle conseguenze giudiziarie.
Questo studio, che non è rivolto ad accertare responsabilità professionali, rappresenta un punto di partenza per lo sviluppo di una nuova cultura; la cultura della “Prevenzione del Rischio”