Home Nazionale Cinema: Slc Cgil, 200.000 addetti senza contratti nazionali

Cinema: Slc Cgil, 200.000 addetti senza contratti nazionali

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Roma, 27 ott. (Labitalia) – "Oltre 200.000 lavoratori della filiera cinematografica, intesa come produzione (anche pre e post), distribuzione e sale di esercizio, sono senza i rispettivi contratti nazionali. Addirittura i lavoratori delle troupes aspettano il rinnovo contrattuale da 5 anni". Così Silvano Conti, coordinatore del settore cinema e audiovisivo per la Slc Cgil, il sindacato di settore, parla con LABITALIA dei contratti, che per il settore sono tre: uno per le troupes, uno per gli esercizi e uno per cinema e fiction. "Le trattative sono aperte da circa un anno -aggiunge il sindacalista- ma ci auguriamo una soluzione veloce, che dia all'inquadramento del settore un respiro europeo, e strumenti per far innalzare la qualità delle produzioni".
"In tempo di crisi, le agevolazioni fiscali di cui gode il settore, tax credit e tax shelter, hanno giovato -aggiunge Conti- perché hanno fatto emergere un po' di lavoro nero; poi le Regioni, anche se in maniera diversa tra di loro, hanno cominciato a investire attraverso le Film commission regionali sul cinema, incentivando le produzioni sul territorio".
Questi due fattori, combinati, hanno portato "a un aumento delle produzioni cinematrografiche e audiovisive italiane, in controtendenza con la delocalizzazione dei set che, anche con soldi pubblici, veniva spesso utilizzata e che aveva creato anche grossi problemi occupazionali". Tuttavia, il vero punto negativo del sistema rimane il box office. "Il calo segnato al botteghino -dice ancora Conti- è dovuto principalmente alla mancanza sugli schermi di grandi produzioni estere, di kolossal che attraggono ingenti numeri di spettatori, mentre il cinema italiano si denota per essere cinema d'autore ed è un cinema di 'nicchia'". Per il cinema, conclude Conti, "bisogna creare regole certe, per spingere questo settore, che è un pezzo importantissimo della nostra creatività, a essere una vera e propria industria. E il cinema italiano ha tutte le caratteristiche per diventarlo".

Articlolo scritto da: Adnkronos