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Caso Ruby, Berlusconi indagato

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Caso Ruby, Berlusconi indagato

Milano (Adnkronos/Ign) – Nuova accusa contro il premier Silvio Berlusconi. I procuratori aggiunti di Milano Ilda Boccassini e Pietro Forno hanno notificato un invito a comparire al presidente del Consiglio che è indagato per il caso Ruby, la giovane marocchina che partecipò ad alcune feste nella villa del premier e che, fermata dalla polizia, fu consegnata al consigliere regionale del Pdl Nicole Minetti dopo un intervento di palazzo Chigi. I magistrati milanesi, a quanto si apprende negli ambienti giudiziari, hanno indicato come date possibili quelle del 21, 22 e 23 gennaio. Spetta ora alla difesa del premier far sapere se Berlusconi è disponibile per una di quelle date oppure indicare un'altra giornata. Negli ambienti giudiziari si fa notare che la Procura di Milano si prepara a chiedere un giudizio immediato per il Cavaliere anche perché esistono sia le condizioni temporali che, a detta degli inquirenti, le evidenze della prova sufficienti per inoltrare nelle prossime settimane una richiesta di questo tipo al gip. Silvio Berlusconi è indagato dal 21 dicembre scorso, come ha precisato una nota diffusa in tarda mattinata dal procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati, per utilizzo della prostituzione minorile e per concussione. Questa seconda accusa riguarda la telefonata con cui la scorta del Cavaliere chiese, nella notte, ai vertici della questura milanese di consegnare la minorenne alla consigliera Minetti. L'accusa di utilizzo della prostituzione minorile è punita con il carcere fino a tre anni. Il leader del Pdl, secondo la Procura, non solo avrebbe avuto dunque rapporti con la marocchina, che pubblicamente ha sempre negato di essersi appartata con il premier, ma sarebbe stato consapevole di trovarsi di fronte a una minorenne. I fatti, secondo gli inquirenti, si sarebbero consumati tra il febbraio e il maggio dello scorso anno. Fino a quando, cioè, in seguito a una segnalazione, Ruby venne condotta in Questura. La giovane marocchina sarebbe stata ospite ad Arcore, nella villa del premier, ben più delle tre volte ammesse dalla ragazza sia ai magistrati che nel corso di alcune dichiarazioni pubbliche, in alcuni periodi in modo continuativo. Stando a quanto si apprende gli inquirenti sarebbero riusciti a ricostruire i 'soggiorni' dell'allora minorenne grazie ai tracciati del cellulare di Ruby e altri riscontri tecnici che non lascerebbero dubbi, a detta degli investigatori, circa la natura del reato. Coinvolti anche Emilio Fede e Lele Mora, accusati di induzione e favoreggiamento aggravato della prostituzione, in concorso con il consigliere regionale lombardo Nicole Minetti: a tutti e tre è stata notificata un'informazione di garanzia. ''Ribadisco che non ho mai presentato Ruby a nessuno, l'ho incontrata due volte per caso, una volta per un concorso di bellezza e poi l'ho rivista in un ristorante, ma sicuramente non l'ho mai presentata a Berlusconi" ha detto il direttore del Tg4 all'Adnkronos. Tace invece Lele Mora. "Non dico nulla. Il mio avvocato – spiega all'Adnkronos – mi ha detto di non fare dichiarazioni e di non rilasciare interviste". A Milano la polizia ha bussato all'ufficio della Minetti che si è poi recata in Questura a Milano. Perquisizione 'fallita', invece, negli uffici di Giuseppe Spinelli, il 'cassiere' storico di Berlusconi, che avrebbe spiegato agli inquirenti che i locali oggetto della perquisizione sono di pertinenza della segreteria politica del premier. Anche l'abitazione di Ruby è stata perquisita oggi dalla polizia giudiziaria per nuovi accertamenti. Nel computer della ragazza sarebbero state trovate diverse foto digitali e filmati relativi a feste fatte in Sardegna. Si tratta di materiale ritrovato dopo il sequestro del pc, avvenuto ad ottobre dello scorso anno, e che sarebbe stato allegato al fascicolo di indagine a Milano. Nel procedimento Karima el Mahroug risulta parte offesa. La ragazza, dice il suo difensore, l'avvocato Massimo Dinoia, non è stata più ascoltata dagli inquirenti milanesi dall'ottobre dello scorso anno. Il legale precisa come le testimonianze della sua giovane assistita si siano interrotte da mesi. Questo particolare fa ipotizzare che gli inquirenti abbiano raccolto informazioni sul premier successivamente da altri testi. Il nome di Berlusconi, infatti, è stato iscritto nel registro degli indagati il 21 dicembre. Altre persone, quindi, avrebbero parlato di feste nella villa del premier alla presenza della giovane marocchina all'epoca minorenne. Per gli avvocati del premier Piero Longo e Niccolò Ghedini la nuova indagine nei confronti del presidente del Consiglio ''appare talmente assurda e infondata in fatto e in diritto che non meriterebbe commento alcuno. Si deve però osservare che le ipotesi prospettate sono già state ampiamente smentite da tutti i testimoni e dai diretti protagonisti''. ''Il depositare in questa fase parziale stralci di atti di indagine, fra cui moltissimi giuridicamente inutili e confezionati in chiara prospettiva accusatoria, fa apparire questa vicenda più mediatica che processuale'' e fa ritenere che ''non potrà che concludersi con una doverosa archiviazione'', sottolineano i due legali del premier. ''Si tratta in realtà di una gravissima intromissione nella vita privata del presidente del Consiglio – rimarcano – che non ha precedenti nella storia giudiziaria del Paese e che dimostra la insostenibile situazione dei rapporti con una certa parte della magistratura''. Inoltre, riguardo a ''una notizia di agenzia'' in cui ''si assume che il presidente Berlusconi avrebbe avuto rapporti sessuali con Ruby quand'era minorenne'', i legali precisano che ''l'assunto è palesemente destituito di ogni fondamento. Come risulta dalle stesse dichiarazioni della ragazza e dalle puntuali indagini difensive svolte in merito sulla vicenda, mai vi sono stati rapporti sessuali, ma soltanto una conoscenza senza implicazioni di carattere intimo. Qualsiasi illazione sul punto, dunque, è destinata ad essere totalmente smentita da dati fattuali''. Sulla vicenda interviene anche il pm del Tribunale dei Minori Anna Maria Fiorillo, il magistrato che si occupò del caso Ruby la notte tra il 27 e il 28 maggio dello scorso anno, secondo la quale ''è molto importante che si faccia chiarezza sul ruolo che l'autorità giudiziaria ha svolto nel corso degli eventi sia successivamente nella ricostruzione dei fatti". Questo Anna Maria Fiorillo lo dice in particolare in riferimento alla richiesta da lei avanzata al Csm "di chiarimenti su quanto il ministro dell'Interno Roberto Maroni aveva dichiarato in Parlamento, quando descrisse una situazione di assoluta legalità sulla base di quanto emergeva dalle indagini milanesi". Ma la prima commissione del Csm ha presentato al plenum di palazzo dei Marescialli la richiesta di archiviare la pratica sull'esposto presentato dal pm Fiorillo, sottolineando che non spetta al Consiglio Superiore della Magistratura "chiarire eventuali contrasti sulla ricostruzione dei fatti ma eventualmente sarà la competente autorità giudiziaria nelle modalità previste dalla legge a verificare la corretta ricostruzione".

Articlolo scritto da: Adnkronos