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Alcol, consumi in calo ma è allarme giovani

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Alcol, consumi in calo ma è allarme giovani
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Roma, 28 ott. (Adnkronos/Adnkronos Salute/Ign) – In vent'anni è calato il consumo degli alcolici nel nostro Paese. Gli italiani sono bevitori moderati, ma si conferma l'allarme per alcuni eccessi giovanili. Il dato più rilevante è che, rispetto a vent'anni fa, si mantiene stabile – intorno al 75% – la platea dei giovani consumatori. A scattare una fotografia sui gusti dei nostri connazionali, a tavola e non solo, è il Censis che ha elaborato i dati in serie storica sulle sei indagini Osservatorio permanente giovani e alcol/Doxa realizzate dal 1991 al 2010. I numeri sono stati presentati oggi a Roma. Dalla ricerca si nota come, cambiando nel tempo usi, consumi e divertimenti dei giovani italiani, cambi anche lo stile e l'occasione di consumo delle bevande alcoliche. In Italia, contrariamente a quanto avviene nei Paesi dell'Europa scandinava e anglosassone, il bere, da sempre, è integrato con l'alimentazione e altri aspetti della vita sociale e relazionale. E oggi, se nella popolazione italiana adulta i meccanismi di autoregolazione continuano a persistere e continua a registrarsi un calo dei consumi mentre c'è un consolidamento del consumo moderato, nella popolazione giovanile tali meccanismi di autocontrollo sembrano essersi indeboliti, mentre si registra un significativo incremento dei fenomeni di abuso come il binge drinking, riconducibili allo stile parzialmente non alimentare del consumo di alcolici dei giovani, oltre che alla pressione omologante della globalizzazione nei modelli di comportamento. Dalla ricerca emerge poi che birra e superalcolici sono preferiti al nettare degli dei. Nella nuova realtà socio-culturale italiana è possibile notare una drastica riduzione dei consumi di vino e un lieve aumento del consumo di birra e dei superalcolici. Ma anche una crescita della moda del fuori pasto, un aumento della platea dei consumatori, specie dei moderati e un aumento della percentuale di donne bevitrici regolari. Nella prima delle due elaborazioni proposte dal Censis sono stati presi in considerazione i consumi nel tempo – tra il 1991 e il 2011 – di bevande alcoliche (birra, vino, aperitivi e superalcolici) tra giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni. Tre quarti degli intervistati si dichiara consumatore di almeno una bevanda alcolica – 59% birra, seguita dal vino con una percentuale che oscilla tra il 50% e il 40%, dagli aperitivi con il 30-40%, e infine dai superalcolici con il 20-30%. D'altra parte, in vent'anni il consumo di birra è quasi stabile, mentre si registra un calo di consumo di vino: aumenta la platea dei consumatori moderati e calano i consumatori eccessivi. Il consumo di aperitivi e di superalcolici, invece, segnano rispettivamente un incremento del 10% e del 20%, aumento legato alla moda del 'fuori pasto'. Più 'responsabile' la serie storica del consumo del vino: aumenta la platea dei consumatori moderati e calano i consumatori eccessivi. Anche la birra segue un trend analogo. Per quanto riguarda gli aperitivi, aumenta sia la platea dei consumatori sia quella dei consumatori eccedentari. La moda del fuori pasto porta i giovani a consumare sempre più spesso gli aperitivi soprattutto nei fine settimana e sempre in compagnia. Per i superalcolici, la quota di bevitori regolari è bassa e al di sotto della media europea, ma dal 2000 al 2010 si registra un aumento della quota relativa a fenomeni di consumo eccedentari, che coinvolgono entrambi i sessi. Dalla seconda analisi, in cui si compara il campione del 1991 dei consumatori della classe di età 15-24 anni, il campione del 2000 dei giovani adulti tra i 25 e i 34 anni, e i giovani adulti che nel 2010 rientrano nella fascia d'età 35-44 anni, si evince un aumento dei consumi alcolici solamente nella fascia di età 25-34 anni.

Articlolo scritto da: Adnkronos