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Albania, in un video gli spari sulla folla

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Tirana, 22 gen. (Adnkronos/Ign) – Alta tensione in Albania dove ieri tre persone sono rimaste uccise negli scontri scoppiati durante le proteste di piazza contro il governo a Tirana. E' scambio di accuse tra polizia e forze di opposizione all'indomani delle violenze in cui è sfociata la manifestazione, che hanno fatto registrare decine di feriti – 50 solo tra gli agenti di polizia secondo alcune fonti – e hanno provocatol'arresto di 110 persone. La procura di Tirana ha acquisito oggi un video
, girato dall?emittente albanese News24 e postato su YouTube, che dimostrerebbe come a sparare sia stato un membro della Guardia di Repubblica, che si trovava all?interno della sede del governo. Secondo quanto riportano i media locali oggi un ufficiale di polizia versa in condizioni critiche dopo aver riportato un trauma alla testa ed un giornalista ha una ferita di arma da fuoco ad un braccio. "La polizia a Tirana ha adottato tutte le misure necessarie a garantire la sicurezza della popolazione come chiesto dal Partito socialista", ha dichiarato la portavoce della polizia Alma Katragjini, sottolineando come la polizia abbia dato prova di moderazione anche quando è stata attaccata da un gruppo "guidato dagli organizzatori". Ma secondo il leader socialista Edi Rama è stata la polizia a provocare la violenze nei confronti dei "dimostranti che non erano armati, né tantomeno pericolosi". Le "violenze erano dirette contro l'opposizione ad opera di una polizia" che ha ricevuto ordini sbagliati. Rama ha anche rivolto un appello a Sali Berisha: "Il mio invito al cosiddetto premier è di astenersi dal condurre la nostra società ed il Paese più avanti lungo una strada senza sbocchi". Da parte sua Berisha, ha assicurato che non ci sarà nessuna sollevazione in stile Tunisia in Albania. "Nessuno può prendere il potere ricorrendo a mezzi violenti in questo Paese", ha affermato il capo del governo, citato dalla BBC. Berisha ha tracciato un parallelo con la Tunisia, dove il presidente Zine al-Abedine Ben Ali è stato estromesso e costretto alla fuga dall'ondata di proteste che ha investito il Paese, paragonando però al deposto capo dello stato tunisino i suoi rivali politici che ha accusato di volere rovesciare il governo con la violenza. "I figli bastardi dei Ben Ali dell'Albania hanno concepito scenari tunisini…per voi cittadini dell'Albania", ha dichiarato escludendo il ricorso allo stato di emergenza ma ha avvertito che non verranno tollerate nuove violenze. Per oggi sono in programma nuove manifestazioni, ha annunciato Rama, assicurando che saranno pacifiche. Al momento non ci sono nuovi assembramenti di folla, la situazione nella capitale è calma, in strada è presente la polizia che mantiene l'ordine. Fonti della Farnesina hanno reso noto che la situazione per gli italiani residenti in Albania è sotto controllo, ricordando che i nostri connazionali iscritti all'Aire – l'anagrafe degli italiani all'estero – sono circa 500, anche se il numero totale delle presenze è molto più alto perché molti sono pendolari. La situazione resta comunque sotto osservazione da parte dell'ambasciata – spiegano le stesse fonti – anche alla luce dell'annuncio di nuove proteste da parte dell'opposizione. Amnesty International ha chiesto intanto alle autorità albanesi di fare luce sulla morte di tre persone durante le proteste antigovernative. "La polizia ha il diritto di mantenere l'ordine e tutelare la popolazione, ma non deve ricorrere ad un uso eccessivo della forza contro coloro che esercitano il loro legittimo diritto di protestare", ha affermato Andrea Huber, vice direttore per l'Europa e l'Asia centrale di Amnesty. Dall'Italia Francesco Tempestini, capogruppo Pd nella commissione Esteri di Montecitorio, ha chiesto al ''governo di riferire puntualmente su quanto sta accadendo ''. ''Ricordiamo – ha sottolineato – che l'Italia ha dei doveri nei confronti di questo Paese e non solo per la vicinanza''. Alban Kraja, presidente della Lega Nazionale delle Associazioni Albanesi e Arberesh in Italia, in un'intervista all'Adnkronos ha dichiarato: "Mai vista una cosa del genere, quando è caduto il comunismo non c'è stato spargimento di sangue. Questa è la prima volta". "Siamo addolorati, l'Albania era arrivata in alto, siamo entrati nella Nato solo un anno fa. Questi gruppi violenti – ha aggiunto – vogliono cancellare tutti i sacrifici del popolo albanese." In riferimento alla rivolta in atto a Tirana, il ballerino albanese Kledi Kadiu sottolinea all'ADNKRONOS: "Ci hanno paragonato alla Tunisia ma siamo lontani anni luce da quella realtà''. ''Noi siamo un Paese in costante crescita – aggiunge – quello che è successo è semplicemente frutto di una situazione che è degenerata. L'Albania è membro della Nato e speriamo che a breve entri nella Comunità Europea''. Infine sugli scontri di ieri, l'ex ballerino di 'Amici' conclude: "Oggi per fortuna la situazione è più calma. Me lo hanno detto i miei genitori che vivono in un appartamento al centro di Tirana''. Per lo scrittore di Valona Leonard Guaci gli scontri di questi giorni a Tirana ''sono semplicemente la conseguenza della voglia di ritorno al potere dei figli dei vecchi comunisti che hanno comandato in Albania fino agli anni '90''. ''Le proteste – tiene a precisare all'ADNKRONOS – non sono quelle della massa e non sono frutto di un malessere popolare, come accade invece in Tunisia, ma riguardano solo un gruppo ristretto di persone. Molti dei manifestanti sono pagati per scendere in piazza'', conclude Guaci.

Articlolo scritto da: Adnkronos