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Thailandia, governo ‘attacca’ i finanziatori della protesta

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BANGKOK – Il governo thailandese si sta muovendo per tagliare le fonti di finanziamento delle Camicie Rosse. Al centro delle manovre, i collegamenti tra il movimento di protesta e l'ex premier Thaksin Shinawatra.
La prima parte del piano si è concretizzata nelle ultime 24 ore con misure imposte dal governo a 106 tra individui e aziende ritenuti vicini a Thaksin. Ai soggetti in questione, individuati per nome e cognome o ragione sociale in liste pubblicate in diversi giornali locali, è stato vietato di condurre qualsiasi transazione finanziaria, sia in Thailandia sia all'estero. Tra le persone indicate ci sono tutti i familiari dell'ex leader e i politici del Thai Rak Thai, il primo partito creato da Thaksin e disciolto per ordine del tribunale nel 2007. La seconda parte del piano, in svolgimento, è mirata a criminalizzare chi ha sostenuto le Camicie Rosse. Sono già state convocate dalle autorità due assistenti dell'ex moglie di Thaksin che hanno prelevato ingenti somme di denaro da un conto di quest'ultima negli ultimi giorni.
Thaksin è sempre stato indicato come il presunto finanziatore principale delle Camicie Rosse, anche se non sono mai state trovate prove.

Intanto, i dimostranti del Fronte Unito per la Democrazia contro la Dittatura (UDD) restano asserragliati nel cuore del distretto finanziario della capitale thailandese. Né si intravedono spiragli per dei colloqui di pace che evitino altre violenze già costate la vita a oltre 30 persone.
I leader delle Camicie Rosse hanno accettato la mediazione offerta dal presidente del Senato. Ma il governo di Bangkok insiste nel chiedere loro la fine delle manifestazioni prima di acconsentire a prendere parte a nuovi colloqui di pace. L'esecutivo, ha reso noto il portavoce Panitan Wattanayagorn, porterà avanti le operazioni per porre fine alle manifestazioni. E i dimostranti non hanno intenzione di sgomberare l'area. Lasceranno la zona occupata da settimane – fanno sapere – solo quando si ritirerà l'esercito che da giovedì scorso assedia l'area.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha espresso preoccupazione per l'aumento delle violenze e ha invitato tutte le parti a riprendere i colloqui per evitare la perdita di altre vite.
Oggi, una giornalista birmana è stata assalita da un gruppo di manifestanti. La reporter è stata attaccata mentre stava intervistando alcuni dei sostenitori del movimento antigovernativo che si erano rifugiati nel tempio di Pathumwanaram, vicino alla roccaforte della protesta secondo quanto riporta l'agenzia tailandese Inn.

Articlolo scritto da: Adnkronos/ign