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Marea nera, il ‘siringone’ sta funzionando

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WASHINGTON – Dà i primi risultati il 'siringone', entrato ieri in funzione, posizionato dai tecnici di British Petroleum nel braccio del pozzo nel Golfo del Messico dal quale da settimane fuoriesce il flusso di greggio che minaccia le coste della Louisiana. Il tubo di aspirazione, secondo i dati diffusi dalla compagnia, starebbe aspirando un volume di greggio pari a circa 1.000 barili al giorno.
La 'siringa' – che ha un diametro di quasi 15 cm – è stata inserita nella bocca del pozzo MC252 dai petrolio e attraverso un tubo lungo 5 mila piedi trasporta greggio e gas in superficie a una nave di perforazione, la Discover Entrprise. Il greggio viene stoccato sull'imbarcazione, mentre il gas è bruciato.
La tubazione d'emergenza inserita ieri nella falla principale del pozzo sta aspirando con successo parte del petrolio in uscita, convogliandolo verso una nave cisterna ancorata in superficie, ha spiegato il vicepresidente del settore esplorazione e produzione della compagnia britannica, Kent Wells, in una conferenza stampa telefonica da Houston.
"Finora sta funzionando incredibilmente bene", ha dichiarato Wells, sottolineando però come il tubo, che ha un funzionamento assimilabile a quello di una "cannuccia", non rappresenti una soluzione definitiva. Parte del greggio, ha dichiarato infatti Wells, continuerà a fuoriuscire dalla falla, alimentando la marea nera che da quasi un mese minaccia le coste statunitensi, e che ha raggiunto ormai i 130 chilometri di larghezza e i 230 di lunghezza.
Per bloccare completamente la fuoriuscita, sottolinea la Bp, sarebbe necessario chiudere il pozzo sulla sommità. La compagnia ha dichiarato che intraprenderà l'operazione nei prossimi dieci giorni, continuando parallelamente nello scavo di un pozzo secondario, che dovrebbe intercettare sotto il fondale quello danneggiato e aspirarne il petrolio. Il Noaa, l'agenzia federale che controlla gli oceani e l'atmosfera, sottolinea come quella per bloccare la perdita rappresenti una lotta contro il tempo. La macchia nera, prevedono gli scienziati, rischia infatti di diventare preda già entro domani sera di forti correnti superficiali, che potrebbero trasportarla verso l'arcipelago delle Florida Keys.
Intanto il segretario per la Sicurezza Interna degli Stati Uniti, Janet Napolitano, dovrà testimoniare davanti al Senato nell'ambito dell'inchiesta promossa per stabilire le responsabilità del disastro petrolifero. Lo rende noto la Bbc, sottolineando che per prima volta il Congresso si troverà a interrogare un membro dell'amministrazione Obama per chiedere conto della gestione dell'emergenza.
Anche il presidente della Bp America, Lamar McKay, già convocato dal Congresso la scorsa settimana, dovrà comparire davanti alla Commissione per la Sicurezza Interna e gli Affari Governativi del Senato. Tra i testimoni figura anche l'ammiraglio della Guardia Costiera Peter Neffenger, responsabile delle operazioni di emergenza. Il presidente della Commissione, il senatore Joseph Lieberman, ha dichiarato che la Napolitano e McKay dovranno rispendere a "molte domande" in merito alle cause e alla gestione del disastro, che il presidente Barack Obama ha definito di una gravità "potenzialmente senza precedenti".

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign