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Mafia, raid vandalico contro l’albero di Falcone

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PALERMO – Raid vandalico la notte scorso contro l'albero di Giovanni Falcone, piantato in ricordo del magistrato ucciso nella strage di Capaci il 23 maggio del 1992 proprio davanti a quella che era la sua abitazione a Palermo e diventato negli anni un simbolo dell'antimafia.
Ignoti hanno portato via tutte le fotografie e i messaggi sistemati da persone amiche, ma anche da semplici cittadini sul ficus . Rubate le foto dello stesso magistrato, con le dediche di molti bambini delle elementari e dell'agente di scorta Rocco di Cillo, morto con il magistrato, insieme con gli altri due agenti Vito Schifani e Antonio Montinaro.
Sparito anche il piccolo lenzuolo di lino con la scritta 'Le vostre idee camminano sulle nostre gambe". Sul raid vandalico sta indagagando la Polizia.
Si tratta di un ''atto contro mio fratello, contro quello che rappresenta e contro il simbolo in sé", ha commentato Maria Falcone, la sorella del magistrato ucciso da Cosa Nostra.
E alla domanda se si sia fatta un'idea sulla matrice, la sorella del giudice risponde: "No. Ma solo che in diciotto anni non si era mai verificata una cosa del genere. E proprio in questo periodo ci sono i preparativi del 23 maggio, quando attendiamo a Palermo l'arrivo di ben due navi della legalita'. Non so se puo' essere solo una coincidenza…". "L'albero Falcone – continua – è ormai un presidio della legalità a Palermo, ecco perché credo che sia stato un atto contro Giovanni e le sue idee, Ma noi andremo avanti comunque".
Parla di un ''atto indegno'' il Procuratore capo di Palermo Francesco Messineo. "E' un atto che offende tutta la memoria collettiva, anche se dovesse essere stata una bravata". Poi il capo del pool antimafia aggiunge: "E' una sfida dovuta, probabilmente, al fatto che Cosa nostra si sente per ora sotto pressione e vuole quindi aprire nuovi fronti di scontro con lo Stato, che sul piano investigativo sta raggiungendo tanti risultati contro i boss mafiosi". "Insomma – conclude Messineo – è un atto di forte valenza simbolica altamente offensiva della memoria collettiva".

Articlolo scritto da: Adnkronos