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Giuseppe Giorgi: ‘Non siamo una colonia’

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AREZZO – «In un raffinato, seppur malinconico articolo di spalla di cronaca bianca, il caposervizio di un noto quotidiano ha tratteggiato Arezzo come una colonia. Ho letto tutto d’un fiato, prestissimo di mattina, come faccio sempre per gli articoli politici, lo scritto e mi sono domandato a proposito della mia provincia e dell’esclusione aretina dalla Giunta regionale se davvero è una questione “ coloniale “.

Bene ha fatto il Sindaco di Arezzo ad alzare i toni seppur in modo appuntito e ad esercitare la memoria “ storica “ ma la questione non è la protesta è politica, di alleanze giuste, di capacità di promozione, di fare squadra davvero, di costruire percorsi reali tra progetti condivisi nel sociale, in economia, nelle culture dei territori, saper scegliere donne e ( se possibile ) qualche uomo che nei centri decisivi della politica sappiano mostrare cultura, esperienze e preparazione politiche, in breve: non si tratta di protesta ma la questione è la proposta e il sistema a rete delle alleanze.

L’esclusione di un aretino dalla Giunta regionale ha responsabilità chiarissime.

Un artefizio di collegio Ar – Si – Gr mutuato dall’antico vezzo di una politica che fa fatica a rinnovarsi ci ha bloccato con la palla al piede della Toscana meridionale, l’appartenenza didascalica a una Toscana SUD in frantumi da anni. Una identità vecchia che ci ha tagliato dai processi identitari emergenti ( le nuove dinamiche sociali ) e dai centri di potere reali come la Banca, la cooperazione progressiva, i luoghi delle categorie che contano davvero. Una identità reale si può portare con speranze di successo al tavolo dei territori con il fascino di una leadership propositiva e Arezzo può proporsi se sa realizzare la sua vocazione orientale.

C’è forse una carenza di leadership collettiva? Una caduta di competenza politica?

Arezzo rischia davvero di essere colonia, come dice il giornalista acuto, se media tra le sue spinte localistiche ( chi guarda a Firenze, chi sporge la testa verso la Romagna, chi addirittura mostra pruderie verso Perugia ), se pratica vittimismi e vellica abiure. Non condivido facili e rozze scorciatoie. Non solo mediazione. Il presidente Vasai, per taglio personale e sensibilità, potrebbe riunire capacità, esperienze, talenti per un progetto di Toscana Orientale condiviso tra i poteri reali.

Il fascino dunque di un progetto nuovo che sappia esaltare la vocazione orientale di Arezzo e provincia dove cultura e turismo ci possono far tornare ricchi, puntando sulle manifatture di qualità. Il profilo della Giunta regionale della Toscana è di altissimo livello per competenze, cultura, governance con la gravissima carenza dell’assenza della Toscana Orientale. Un vulnus non solo geografico. Una Giunta con anche positive novità come la ricostituzione di un assessorato all’Agricoltura delegato in salde mani cattolico democratiche. Ce la possiamo fare, esaltando le nostre qualità, la proposta, una identità reale che nasce dai territori. Per questo il progetto nuovo ha bisogno di un PD che sappia costruire una alternativa, sappia coniugare numeri e progetti, dia seguito per rinnovate competenze alla conferenze programmatica, superando quello che ormai è un rito che se fossi cattivo direi la regola delle “ donne e ragazzi “.

La Toscana Sud per Arezzo è disidratata e noi non siamo una colonia.»

Giuseppe Giorgi
Convenzione Democratica

Articlolo scritto da: Giuseppe Giorgi