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Confesercenti sull’area ex-Lebole

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Confesercenti sull’area ex-Lebole

Arezzo – A chi ci accusa di fare demagogia, rispondiamo che Confesercenti cerca modestamente di portare avanti gli interessi degli associati che rappresenta: i commercianti. Siamo un’associazione di categoria e siamo interessati al futuro della città di Arezzo e alla riqualificazione dell’area ex-Lebole. Allo stesso tempo abbiamo a cuore la tutela di ciò che già esiste: il commercio nel centro storico e in tutte le zone della città dove rappresenta oltre che un servizio anche il luogo di aggregazione.
Confesercenti teme che con 15.000 mq di commercio, seppur aretino, il Centro commerciale di prossima costruzione alla Lebole riuscirà solo a fare calare altrettante saracinesche nel centro storico e nelle vie commerciali come via Veneto, via Romana, via Fiorentina e nelle zone come Pescaiola e via dicendo.
“Al Sindaco Fanfani e al Commendator Butali voglio dire – dichiara Mario Checcaglini – che forse avrebbero dovuto partecipare al Convegno organizzato dalla nostra associazione di categoria. Non gli avrebbe fatto male, se veramente avessero avuto a cuore il destino dell’area ex-Lebole e se fossero interessati ad ascoltare altre campane diverse da quella che è già stata suonata”.
“In quell’occasione – prosegue Checcaglini – c’erano oltre 150 persone rappresentanti del mondo politico ed economico, cittadino e regionale. E c’erano docenti universitari di prestigiosi atenei italiani che hanno esposto, argomentandolo, il fallimento dei centri commerciali, in tutto il mondo, iniziando da chi li ha inventati, gli americani”.
Ad Arezzo, oggi, senza valutare minimamente tali posizioni, invece nella sua area indicata come strategica, con il piano Carrara sposato in pieno dal Sindaco senza se e senza ma, la città sarà proiettata nel futuro proprio grazie ad un centro commerciale. Pardon un “Parco commerciale”.
“Per Confesercenti quello è un progetto ormai superato – sottolinea Checcaglini – e non ci vergogniamo di dirlo. Come non smetteremo mai di sottolineare che arrecherà danni al resto della città, dal centro storico a tutte le aree commerciali aretine. Quello che più stupisce è che il piano sia ‘cantato’ come un intervento di responsabilità da sfruttare, cogliendo le opportunità delle disponibilità degli aretini. Mentre al contrario le nostre proposte sono snobbate e giudicate valevoli per una sola giornata e prive di interesse”.
“Se il Commendator Butali – prosegue il direttore di Confesercenti – ha necessità di giustificare la scelta della sua associazione con ciò che era avvenuto 10 anni fa evidentemente non ha molte argomentazioni e si limita a fare lui steso demagogia. Confesercenti invece vuole ricordare che da 10 anni a questa parte molte situazioni sono cambiate. E soprattutto l’economia è cambiata quando a partire dal 2008 è iniziata la crisi in cui le piccole medie imprese sono immerse”.
“Ed è un dovere di un’associazione di categoria – aggiunge Checcaglini – accorgersene e valutare sulla base delle condizioni attuali e non di quelle di 10 anni fa. Inoltre è importante non dimenticare che nell’area Lebole già il commerciale esiste, ed è anche abbondante. Se si considera tutta l’area dove insisteva il vecchio spaccio Lebole, divenuto poi commerciale, non vediamo il motivo perchè debba aggiungersi altri spazi commerciali”.
“Noi, oggi, valutiamo – dice Checcaglini – anche il fatto che ormai ad Arezzo è stato avviato un impoverimento del centro e delle strade commerciali. Non sarà un caso se il 90% delle attività che aprono hanno un’insegna asiatica, o sono phone-center e se i distributori automatici si stanno allargando a macchia d’olio. Per noi il progetto parco commerciale, che è proposto all’opinione pubblica come un piano geniale, l’unico degno di interesse, aggraverà ancora di più la situazione. Anche per questi motivi, ci dispiace Sindaco, ma per Confesercenti il progetto Carrara non è da applaudire all’unisono”.
“Al commendator Butali – conclude Mario Checcaglini – voglio dire che non è demagogia sostenere queste opinioni, è solo rappresentare un punto di vista. Contrario al suo ma che comunque dovrebbe rispettare, perché Confesercenti è convinta di rappresentare il sentimento di numerosi piccoli e medi imprenditori che queste cose le pensano e che soprattutto riescono a capire il significato di Parco Commerciale”.