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Arezzo, la cultura, i festival

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Arezzo – Crediamo che sia necessaria una riflessione su come impostare le politiche su eventi ed iniziative culturali in tempo di difficoltà economiche, questa riflessione è resa più urgente dai tagli repentini ed enormi fatti dal governo che metteranno oggettivamente in ginocchio le amministrazioni locali.
Il tema, a nostro parere, non è solo come spendere al meglio le risorse scarse ma anche come mettere a frutto il patrimonio di qualità, capacità, relazioni, esperienze costruito in questi anni.
Ci sono due strade principali per affrontare il problema: tagliare, ridurre, “provincializzare” e condannare la cultura ad Arezzo ad una marginalità dalla quale difficilmente potrebbe riprendersi.
Ma c'è un'altra possibilità, quella di puntare molto in alto sulla qualità e così attivare risorse, sponsor, circuiti che altrimenti non si sarebbero potuti attivare, fare sinergia, rete e ricostruire.
In tutto questo l'amministrazione comunale che ruolo può avere? Premesso che è importante mettere a disposizione gli spazi che il Comune sta creando con impegno e tenacia pensiamo che serva un sostegno che vada dalla logistica alla ricerca di finanziamenti fino alla messa a disposizione degli uffici.
Più in generale serve un progetto di ampio respiro che coinvolga tutti e che non disperda le ricchezze che questa città può offrire.
C’è un tessuto vivo che, in questi anni di assenza di un vero festival, ha prodotto idee e spunti interessanti; è su questo terreno che le istituzioni devono recuperare evitando in primo luogo di soffocarlo sotto un unico evento e soprattutto incentivandolo con risposte concrete.
Anche il dibattito giornalistico su Arezzo Wave rischia di essere fuorviante se non inserito dentro un ragionamento ampio: ben venga Arezzo Wave, sarà un giovamento per tutta la città se inserito in un progetto organico che coinvolga tutti e che non si limiti ai giorni di un festival.