Home Cronaca Silvano Cibin: ‘Play dall’interno, un bilancio fallimentare’

Silvano Cibin: ‘Play dall’interno, un bilancio fallimentare’

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«Gentile direttore,
Le scrivo perché mi sembra giusto segnalare a lei e ai lettori il trattamento che abbiamo ricevuto al Play di Arezzo (parlo al plurale perché questa avventura l'ho condivisa con Yuri Beretta, amico e compagno di viaggio).

In qualità di vincitore all'On The Road Festival di Pelago 2009 (sono un pianista-compositore e vengo da Milano) sono stato invitato a esibirmi al Play di Arezzo nella giornata di sabato 25 luglio.
Fin dal nostro (puntuale) arrivo si son visti dei segnali di disorganizzazione: non c'era una vera e propria accoglienza, e abbiamo faticato un po' a incontrarci con un ragazzo dell'organizzazione per capire come muoverci. Questa persona, pur nella sua buona volontà, non era assolutamente in grado di gestire la cosa (lo ha ammesso lui stesso candidamente).
E qui sono nati i primi problemi.
La mia postazione era senza corrente (e loro sapevano benissimo che io ne necessitavo) Yuri non aveva una straccio di impianto a cui attaccarsi (..insomma un cantante con chitarra elettrica….) problemi su problemi e gente dello staff che cascava dalle nuvole. Personaggi totalmente inadeguati (e a volte anche maleducati) che non sapevano che pesci pigliare. Disinformati, indolenti e spesso in contraddizione tra di loro.
Da lì è iniziato un pellegrinaggio surreale alla ricerca di una postazione per suonare.
Pellegrinaggio intervallato da proposte per svogliate "soluzioni" che erano un insulto all'intelligenza.

Grazie a questa situazione ci siamo trovati alle 20.30 che ancora non sapevamo come e dove suonare.

Per farla breve, alla fine ci hanno piazzato in una posizione pessima, abbiamo suonato mezzora a testa. Mezzora! Davanti a tre persone in croce (praticamente quelli delle bancarelle) perché poi iniziava Capossela e il suo volume rendeva impossibile qualsiasi nostra esibizione (..anche in questo sono stati geniali nella scelta dell'ubicazione).

E le risparmio i dettagli pratici sul caricare e scaricare la macchina (io ho 60 chili di attrezzatura), la sfacchinata, le 6 ore di macchina (..quelle fatte il giorno stesso e quelle che avremo dovuto fare il giorno dopo visto che si aveva una data a Milano) le telefonate a vuoto, le attese infinite.

Una esperienza davvero avvilente..
In fin dei conti noi non avevamo nessuna astrusa pretesa, solo metterci in grado di offrire ciò per cui siamo stati chiamati. Tutto qui (..e non si sta parlando di immani sforzi organizzativi…).
Ma poi ho capito.

Sì ho capito tutto quando a fine serata abbiamo avuto l'onore di litigare col "responsabile": una persona (di cui non so il nome) tronfia, l'emblema del Potente. Che si è pure permesso di fare il grand'uomo con in mano i 100 euro di rimborso minacciando di non darceli!

Ok mi fermo qui.
A voi le conclusioni.
Ringrazio per l'attenzione e mi scuso per lo sfogo ma ci tenevo a segnalare tutto questo, anche nel vostro interesse..»

Un saluto.
Silvano Cibin – Spleen

Articlolo scritto da: Silvano Cibin