Home Attualità Economia In arrivo nuove normative sull’indicazione del «Made in»

In arrivo nuove normative sull’indicazione del «Made in»

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È una vera e propria rivoluzione copernicana, quella che attende le piccole e medie imprese dell'artigianato. Il comparto della moda, del tessile e dell'abbigliamento, del calzaturiero, delle occhialerie in primis, ma anche quello del legno e della meccanica, plaudono alle nuove disposizioni sul tema di indicazione di origine dei prodotti e quindi del made in Italy. Le novità vengono da alcune fondamentali disposizioni, un po’nascoste all’interno del Ddl 1195 B del 9 luglio, già definitivamente approvate e in attesa di essere pubblicate in Gazzetta Ufficiale.

Il «collegato energia» obbliga le imprese italiane che hanno spostato all’estero parte o tutta la loro produzione, ad indicare finalmente, il luogo dove la merce è stata realizzata. Sarà infatti pratica commerciale ingannevole «l'uso di marchi di aziende italiane su prodotti o merci non originari dell'Italia». Ma non solo. Siccome è anche previsto che «le false e le fallaci indicazioni di provenienza o di origine non possono comunque essere regolarizzate quando i prodotti o le merci siano stati già immessi in libera pratica», la merce sequestrata non potrà più essere riscattata come succedeva di norma sino ad oggi con il forte disappunto degli artigiani e delle forze dell’ordine che vedevano vanificata la loro azione ispettiva. Infine, sono state inasprite anche le sanzioni per il reato di importazione ed esportazione con false indicazioni di provenienza, che sono state portate a due anni di detenzione più la sanzione.

«Questa nuova normativa fa finalmente chiarezza su ciò che è veramente italiano – commenta Alessandra Calosci Presidente dell'Associazione Tessile Abbigliamento -. L’appartenenza territoriale di un prodotto non è solo una questione di testa, ma anche di mani e tradizione. Adesso sarà considerata pratica commerciale ingannevole l'uso di marchi di aziende italiane su prodotti o merci non originari dell'Italia senza l'indicazione precisa in caratteri evidenti del loro Paese e del loro luogo di fabbricazione o di produzione; per noi è una grandissima vittoria». «Siamo veramente soddisfatti per questo risultato storico – aggiunge Giancarlo Cerofolini Presidente dell'Associazione Calzaturiero -. Questo è il frutto di un'azione sindacale di Confartigianato che va avanti da anni. Giustamente chi ha un’idea italiana può produrre dove vuole, ma non possiamo accettare che questo abbia la stessa dignità di ciò che viene compiutamente fatto nel nostro Paese».