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Screening mammografico: oltre cento le donne salvate in un anno

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Screening mammografico: oltre cento le donne salvate in un anno

AREZZO – Sono più di cento nella nostra provincia le donne che nell’ultimo anno sono state operate e salvate, dopo aver scoperto di avere un tumore alla mammella. Scoperta dovuta non a sintomi diretti, ma per aver aderito alla campagna di screening della Usl, che ha evidenziato in modo precoce la presenza del tumore.
Solo Firenze, anche per evidenti ragioni di numero di abitanti, ha avuto una maggior quantità di casi risolti. Questa capacità di Arezzo di sollecitare la partecipazione allo screening e poi individuare i casi di malattia ed intervenire, è valsa alla Usl anche una segnalazione pubblica nel corso della presentazione dei dati toscani relativi all’anno 2006 da parte del CSPO (Istituto Scientifico della Prevenzione Oncologica della Regione Toscana).
Questa “singolare” classifica legata al numero di donne operate per patologia mammaria nella Regione Toscana, rilevati dallo screening 2006, vede in testa Firenze con 225 casi, poi Arezzo con 104. Prato 67, Livorno 61, Siena 50, Viareggio 50, Grosseto 48, Pistoia 43, Lucca 42, Massa Carrara 35, Empoli 32, Pisa 29, per un totale complessivo di 776 casi.
In Toscana le Donne invitate ad aderire allo screening nella fascia di età 50-69 sono state 201.583 con un’adesione del 68.3%.
Nella nostra provincia, la Usl 8 – in collaborazione con i medici di famiglia, le associazioni di volontariato ed i comuni – ha invitato a sottoporsi all’esame 19.638 donne, con una adesione del 69.1%. I controlli vengono effettuati ciclicamente, ogni due anni. Nel 2.008, mentre va avanti la programmazione ordinaria, per la prima volta saranno chiamate le donne nate nel 1958.

Il carcinoma mammario è una delle neoplasie più diffuse nel mondo e per quanto riguarda la mortalità è la prima causa di morte per tumore nella donna. Addirittura nelle donne di età inferiore ai 55 anni è la prima causa di morte in senso assoluto, mentre, al di sopra di tale età, è preceduto solo dalle malattie cardiovascolari. Negli ultimi anni la capacità di cura e di intervento della neoplasia è notevolmente aumentata grazie al miglioramento dei mezzi diagnostici e alle campagne di screening, determinando una diagnosi precoce e conseguentemente una riduzione della mortalità. In misura limitata il carcinoma mammario colpisce anche l’uomo (in Italia circa 3.000 casi all’anno).
Gli screening si svolgono presso i cinque ospedali presenti nel territorio. Nei comuni più disagiati lo screening arriva grazie all’unità mobile dotata di Mammografo, donato dal Calcit, che si sposta con calendari concordati con le amministrazioni locali.
Le donne ricevono a casa una lettera a firma del proprio medico di famiglia, dove trovano una serie di informazioni sul perché è importante fare l’esame mammografico per lo screening di massa del tumore alla mammella. Viene data la possibilità di modificare l’appuntamento telefonando ad una segreteria dedicata.
Dopo l’esame la stragrande maggioranza delle donne (oltre il 90%) riceve a casa una risposta negativa che le lascia tranquille sul proprio stato di salute. Le altre sono chiamate ad approfondimenti.
Ormai la bontà della partecipazione della popolazione agli screening, è chiara grazie ai risultati ottenuti. Se aderiscono 7 donne su 10, è importante fare una considerazione per le 3 donne su 10 che decidono di non farsi il controllo: di fatto sulle 6.000 donne non presentate, percentualmente, sono sfuggiti ad una diagnosi precoce 36 casi positivi. Un dato chiaro che evidenzia la necessita di una maggiore sensibilizzazione, consapevolezza e partecipazione ai programmi di screening.