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Piccoli mattoni crescono

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AREZZO – “Le considerazioni sulle difficoltà del settore edile sono indubbiamente vere – commenta Falea, il fondo bilaterale dell’edilizia. Problemi dovuti soprattutto al rallentamento delle opere pubbliche ed alla stasi degli strumenti urbanistici in molti comuni. Ma il mondo delle piccole imprese regge. Nel 1999 avevamo iscritte 400 imprese e 1.243 operai “liquidati”, ai quali avevamo erogato i nostri servizi. Nel 2007 siamo saliti a 850 imprese ed a 3.100 operai. E non è che negli ultimi anni abbiamo registrato una flessione. Anzi, il trend positivo è aumentato: nel 2005 avevamo 700 ditte e 2.153 operai”.
Le ragioni di questo costante sviluppo? “In primo luogo la caratterizzazione delle nostre aziende – risponde il Falea. Sono contrassegnate da una forte flessibilità che le rende pronte a seguire rapidamente le evoluzioni del mercato. Inoltre puntano soprattutto su lavori di piccole e medie dimensioni, privilegiando la qualità e, in molti casi, il restauro. E’ evidente che questo segmento del settore, subisce meno di altri gli effetti negativi del blocco o del rallentamento dei lavori pubblici”.
Il Falea non ha poi difficoltà ad ammettere che l’aumento delle imprese deriva anche dal fenomeno dell’emersione del lavoro irregolare. “Avevamo sempre denunciato il problema del lavoro nero e l’applicazione del Durc è stata l’occasione di regolarizzazione di molte aziende di piccole e piccolissime dimensioni”.
Più aziende iscritte ed anche con caratterizzazioni diverse rispetto al recente passato. “Nell’edilizia quasi la metà degli addetti sono stranieri. Questo è un trend in atto ormai da tempo. Un elemento di progressiva novità è invece rappresentato dalle imprese a titolarità straniera. I cittadini non italiani si stanno qualificando ed affermando in questo settore. Possiamo dire, per quanto riguarda il comparto della piccola e media imprese edile, che ormai la quota di aziende a titolarità straniera oscilla tra il 20 ed il 25%. E si tratta di un trend costantemente in sviluppo”.