Home Attualità Economia Orafi e metalmeccanici: due contratti, uno sciopero

Orafi e metalmeccanici: due contratti, uno sciopero

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AREZZO – Sono categorie diverse ma oggi unite da un unico obiettivo: rinnovare il contratto. Ed il 30 ottobre sciopereranno insieme, per otto ore, i dipendenti delle aziende industriali metalmeccaniche, orafe ed argentiere.
Il contratto dei dipendenti di quest’ultime è scaduto il 30 ottobre 2006 e dopo un anno non ci sono segnali che possano far intravedere la possibilità del rinnovo del biennio economico. “Anche nell’ultimo incontro – ricordano Marco Bendoni, Gianni Di Scala e Alessandro Infelici, Segretari provinciali di Fiom, Fim e Uilm – sono emerse profonde distanze tra le richieste avanzate dai sindacati e le risposte delle controparti”.
In modo particolare, la somma proposta a titolo di adeguamento dei minimi contrattuali viene giudicata insufficiente ed ancorata alla sola inflazione programmata dal Governo. Inoltre non c’è alcuna disponibilità a discutere di un “mancato premio di risultato” per i lavoratori dipendenti da aziende in cui non viene fatta contrattazione di secondo livello. Federorafi, infine, considera irrealizzabili clausole di non assorbibilità del salario individuale dei lavoratori che garantiscano al contratto nazionale la effettiva funzione di tutela delle retribuzioni dall’inflazione reale per tutti. Lo sciopero del 30 ottobre vuol essere quindi un segnale forte dei sindacati e dei lavoratori in vista della ripresa della trattativa nazionale l’8 novembre a Milano.
La situazione non è certamente migliore nel settore metalmeccanico dove Fiom, Fim e Uilm hanno già messo in atto il blocco degli straordinari e della flessibilità.
“Non possiamo accettare – dichiarano Bendoni, Di Scala e Infelici – l’orientamento di Federmeccanica che punta su una maggiore flessibilità dell’orario, sull’incremento delle prestazioni straordinarie, sulla monetizzazione dei permessi e che non ha alcuna apertura seria in termini di aumenti salariali. Infine, in tema di mercato del lavoro, rifiuta di affrontare la regolamentazione del ricorso ai contratti atipici e la riforma dell’inquadramento professionale”.
Per Fiom, Fim e Uilm è poi fondamentale, contrariamente a Federmeccanica, che permanga la contrattazione aziendale mentre la controparte punta sul ruolo esclusivo di quella nazionale.