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Negli USA mucche clonate immuni da Bse

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Negli USA mucche clonate immuni da Bse

FIRENZE – E' di oggi la notizia che un team di scienziati americani e giapponesi ha fatto nascere in laboratorio, grazie al processo di clonazione, dodici mucche immuni dal morbo della 'mucca pazza'.
Grazie al fatto che la settimana scorsa la Food and Drug Administration (l'Ente federale di vigilanza sui cibi e sui farmaci) degli Stati Uniti ha dato il via libera alla vendita di carne e prodotti derivati da animali clonati, i cittadini americani potrebbero presto mangiare la bistecca senza il timore di venire colpiti dall'encefalopatia spongiforme bovina (Bse).
In Italia però il progresso della scienza, a tutela della salute e del benessere dei consumatori, non sembra interessare. Nonostante gli studi scientifici abbiano fino ad oggi dimostrato che i prodotti di animali clonati sono "indistinguibili" da quelli di animali non clonati, in Italia la decisione dell'Ente americano è stata accolta da un coro di No.
Per conto nostro, riteniamo che, fino a quando non vi saranno prove della sua pericolosità per la salute dell'uomo, questa tecnica di riproduzione artificiale sia da accogliere come già le altre impiegate ormai da moltissimi anni. Oltretutto, i benefici di una tecnica che permette di riprodurre animali sani sarebbero anche economici. Si eviterebbero gli elevatissimi costi che colpiscono gli allevatori e soprattutto l'intera comunità ogni qualvolta si ripresenta una crisi tipo "mucca pazza". Inoltre, scenderebbe molto il prezzo della carne e di altri prodotti animali, in quanto si potrebbero limitare gli sprechi grazie ad una qualità più consistente e sicura degli animali da allevamento.
Se l'Italia non prenderà in considerazione questa opportunità, chi ne farà le spese saranno gli allevatori italiani – incapaci di competere con le produzioni estere – e soprattutto i consumatori, i quali dovranno pagare di più la bistecca oltre a doverci periodicamente rinunciare.