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Inaugurata la mostra di Salvatore Fiume

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Inaugurata la mostra di Salvatore Fiume

AREZZO – È stata inaugurata alla Galleria Comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Arezzo una grande retrospettiva dell’opera di Salvatore Fiume (1915-1997) nel decennale della sua scomparsa. Presenti i figli del grande artista siciliano, l’assessore alla cultura del Comune di Arezzo Camillo Brezzi, i curatori della mostra Pasquale Macrì e Giovanni Faccenda e il Presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Caroti.
Artista poliedrico, Fiume ha espresso una fertile creatività in numerose arti: fu pittore, scultore, architetto, scrittore e scenografo.
La mostra, curata da Giovanni Faccenda, Laura Fiume, Luciano Fiume e Giuseppe Pasquale Macrì, si propone di restituire al pubblico un’immagine quanto più completa della figura del Maestro, con oltre duecento opere, composte nell’arco di 50 anni tra oli, disegni, sculture, acqueforti, litografie, tavole illustrative di libri e bozzetti originali per il teatro. Durerà fino al 3 febbraio 2008.
Accompagna l’esposizione una ricca e in parte inedita documentazione fotografica e un breve testo dei curatori. Tematica e insieme cronologica, la retrospettiva offre una panoramica che va dalle illustrazioni per opere letterarie degli anni ’40 alle “Ipotesi” dipinte negli anni ’80; dal trittico metafisico del 1949 alle sculture di bronzo e di legno; dai bozzetti originali delle scenografie per il Teatro alla Scala e il Covent Garden di Londra degli anni ’50 al ciclo “Susanna e i vecchioni” degli anni ’60 e ’70; dai bozzetti per dipinti murali al ciclo balinese (1970) e giapponese (1969/1994). Vengono esposte al pubblico anche opere inedite, frutto del lavoro della Fondazione che in questi dieci anni ha cercato di ordinare l’opera di Salvatore Fiume. Vi si possono ammirare tutte le illustrazioni per una rarissima edizione del romanzo Quo vadis? di Sienkiewicz (1956), bozzetti originali relativi al grande ciclo perugino (1949-1952), oggi conservato a Palazzo Donini, sede della Regione Umbria, e diversi disegni da temi inusuali, come la serie dell’Orco dei primi anni ’40.
“La scelta di Arezzo – ha dichiarato l’assessore alla Cultura, Camillo Brezzi – per celebrare il decennale non è casuale. Fiume è legato alla città in cui Piero della Francesca ha lasciato il ciclo di affreschi ‘La Leggenda della Vera Croce’, collocato, non a caso, qui accanto in San Francesco. Voglio ringraziare i curatori della mostra e i figli di Fiume per l’impegno profuso che ci consente di ospitare un’esposizione di rilievo assoluto dedicata a un’artista che ha coniugato come pochi altri modernità e amore per la tradizione. Un specifico ringraziamento va ai figli perché doneranno ad Arezzo un’opera del padre e alla Presidenza della Repubblica che, per il tramite del Segretario Generale, ci ha fatto pervenire una lettera nella quale rinnova l’omaggio alla nostra città per aver voluto ospitare questa esposizione di innegabile qualità”. L’assessore Brezzi ha poi scartato il quadro di Fiume e letto la lettera della Presidenza delle Repubblica.
Giovanni Faccenda ha definito “Salvatore Fiume un autore da ritenere senz’altro, per importanza, fra i maggiori del Novecento”. Il figlio Luciano ha ricordato il “pellegrinaggio del padre ad Arezzo, Monterchi e Sansepolcro a pochi anni dalla fine della seconda guerra, dove ammirò e studiò le opere di Piero della Francesca. Ebbene, io lo seguii e seppur piccolo ricordo ancora quei momenti”.
Pasquale Macrì ha infine ribadito che “questa mostra rappresenta per Arezzo un vero e proprio evento. Più che di mostra potremmo parlare di ‘antologica’, termine purtroppo in disuso che rende però bene l’idea di ciò che abbiamo voluto offrire. Il quadro donato ad Arezzo appartiene al ciclo Città di statue, ispirato a una Valle dei Templi del dopoguerra, letteralmente un deserto di pietre crollate ben diversa da come si para dinanzi al turista attuale”.